Costano meno delle statine: noci e noccioline riducono infarti e ischemie e fanno vivere di più
L’apertura di Expo ha sicuramente portato alla luce una serie di riflessioni e di polemiche sui temi dei costi alimentari per la salute.
È forte la richiesta da parte di tutti di potere mangiare in modo sano senza spendere capitali.
È un tema questo che Eurosalus ha affrontato fin dalla crisi del 2008, segnalando che le scelte alimentari più importanti per la prevenzione delle malattie degenerative e cardiovascolari in particolare possono essere fatte mantenendo costi alimentari equilibrati e adatti a tutte le tasche.
Un importante lavoro scientifico, pubblicato da un team di ricercatori statunitensi e cinesi sul Journal of American Medical Association Internal Medicine nel marzo del 2015, ha evidenziato con molta chiarezza che l’utilizzo di noci e di arachidi (peanuts o noccioline americane) è associato in modo positivo con una forte calo della mortalità cardiovascolare e con una riduzione della mortalità da tutte le cause (Luu HN et al, JAMA Intern Med. 2015 Mar 2. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.8347. [Epub ahead of print]).
Per tradurre dal “medichese” al concreto, significa che mangiando semi oleosi si beneficia di una riduzione della mortalità complessiva per qualsiasi tipo di causa.
Insomma, chi mangia questi fantastici frutti della natura può vivere più a lungo. Non si guadagna certo l’immortalità, ma qualche anno di maggiore salute può essere un buon obiettivo da raggiungere.
In particolare poi, il rischio di infarto, che rimane la causa più importante di morte improvvisa tra le malattie cardiovascolari, è fortemente ridotto dalla assunzione di questi cibi; confrontando le persone che ne mangiavano di più con quelle che ne mangiavano di meno, la mortalità cardiovascolare è stata del 23% minore nei neri, del 38% minore nei bianchi e del 24% minore negli asiatici.
La minore mortalità da tutte le cause si attestava invece “solo” intorno al 20%. Da considerare che si tratta del primo lavoro che ha valutato persone con scarse risorse economiche.
Per definire i risultati di questo lavoro scientifico sono stati usati dei gruppi di persone molto numerosi provenienti da diversi studi di coorte cinesi e americani. Più di duecentomila persone sono state seguite per un periodo di tempo che va tra i 5 e i 12 anni.
Gli effetti positivi delle noci in malattie come l’Alzheimer sono già noti da tempo, l’utilità delle mandorle nella riduzione della sindrome metabolica, nel diabete e nel miglioramento della sensibilità insulinica sono stati già ampiamente discussi.
Per quanto riguarda le noccioline americane è bene poi ricordare che le caratteristiche dell’olio di arachidi o del burro di arachidi, quando è preparato in modo corretto, sono molto simili a quelle altamente benefiche dell’olio di oliva, pur non raggiungendone le vette di gusto che solo la spremitura di un frutto (e non di un seme) può dare.
È straordinario pensare che si possa ottenere un livello di prevenzione così importante attraverso la semplice scelta del giusto seme oleoso.
Sappiamo che i semi utilizzati per la nutrizione umana devono essere il più possibile mangiati semplicemente seccati.
L’utilizzo di semi tostati (roasted) o l’utilizzo di burro di arachidi preparato con aggiunta abbondante di zucchero e di sale per potersi inserire nel mercato delle merendine non rappresenta certo la scelta giusta.
Noci mandorle e nocciole, fanno parte della nostra cultura e dalla nostra tradizione e possono essere utilizzati in modo sereno da tutti, con costi sicuramente contenuti.
I temi favorevoli all’utilizzo dei semi oleosi anche in caso di forme di diverticolite o di diverticolosi sono stati già spiegati e si tratta di un argomento superato, e le tematiche di tipo allergologico sono state di recente affrontate per capire che la soluzione più utile rispetto alle allergie ai semi oleosi è quella di cercare di sviluppare la tolleranza immunologica e non certo di evitarne sistematicamente l’uso.
Il pensiero sul perché degli effetti positivi della assunzione dei semi oleosi nasce e deriva dal fatto che utilizzando questi semi viene verosimilmente ridotta la quota di grassi vegetali idrogenati presenti in altri prodotti industriali (merendine, brioche, snack) che sono spesso utilizzati nell’alimentazione occidentale e ormai anche orientale e africana.
Si tratta quindi di effetti importanti che aiutano a ragionare sulla qualità degli alimenti e sul loro corretto bilanciamento.
Il fatto che i semi oleosi contengano anche il 35% di proteine vegetali ci aiuta a capire quale sia oggi l’importante valorizzazione di un giusto contenuto proteico all’interno dell’alimentazione personale.
L’uso di noci, mandorle e nocciole durante la prima colazione, come descritto nel nostro libro “Colazione e brunch per il benessere”, diventa un “must” per la salute.
Abbassare la mortalità cardiovascolare attraverso semplici scelte alimentari e il cambio di stile di vita, è uno degli obiettivi che si pone qualsiasi medico nei confronti di una scelta ecosostenibile per i propri pazienti.
L’uso di farmaci e l’abuso di statine, nonostante la loro utilità di tipo clinico in ambiti ben precisi, continua ad allontanare molte persone da una prevenzione consapevole e rispettosa degli equilibri personali, che merita di essere cercata e stimolata.
Allora, buone noci e buone noccioline a tutti.