Polipasto o polipillola?
I suggerimenti di trattamenti preventivi che mirano solo alla utilizzazione di farmaci (basta pensare alla recente proposta di dare le statine ai bambini…) anziché al cambio dello stile di vita e dei comportamenti alimentari stanno diventando una minaccia per la serenità mentale. L’istinto porterebbe a pensare che all’uomo è rimasta qualche possibilità di salute legata alle proprie capacità di riequilibrio, ma il marketing dei farmaci è davvero insistente fino quasi a fare sentire in colpa chi semplicemente cerca delle strade fisiologiche di guarigione o di prevenzione; a dispetto dei dati scientifici che fortunatamente confermano l’importanza delle scelte individuali per il mantenimento della salute.
Ci piace ricordare l’idea della polipillola, concepita da Nicholas Wald e Malcolm Law, esperti di medicina preventiva dell’Università di Londra (Brit Med J. 2003; 326: 1407 e 1419), che si può riassumere sinteticamente così: considerati i 4 principali fattori di rischio per la cardiopatia ischemica e per l’ictus cerebrale (colesterolo LDL, pressione alta, omocisteina sierica, piastrine), perché non prescrivere a titolo preventivo, in un’unica pillola, gli “antidoti” per tutti e 4 i fattori di rischio a tutti i pazienti predisposti?
Secondo le stime degli autori, somministrando il farmaco a “tutti coloro che hanno più di 55 anni e tutti coloro che, a prescindere dall’età, hanno manifestato segni di vasculopatia”, gli accidenti vascolari si ridurrebbero dell’80% e una persona su tre guadagnerebbe 10-20 anni di vita in buona salute.
Solo uno su sette soffrirebbe invece di inconvenienti della cura, più o meno gravi. Quando è stata presentata, l’idea ha conquistato rapidamente i giornali di mezzo mondo, a dispetto dei dati controversi sui vari farmaci che entrano nella composizione del medicinale (già ampiamente documentati da Eurosalus in diverse occasioni).
La risposta naturale alla polipillola arrivò allora da un gruppo di ricercatori dell’University Medical Centre di Rotterdam, che in uno studio del 2004 (BMJ 18 December, 2004;329:1447-1450) identificarono il “pasto miracoloso” (battezzato Polymeal in alternativa a Polypill), ovvero la combinazione quotidiana di alimenti che in modo efficace, naturale, economico, e probabilmente più sicuro e gustoso del medicinale messo a punto da Wald e Law, appare in grado di ridurre il rischio di malattie cardiache del 76%, allungando la vita degli uomini di sei anni e mezzo e quella delle donne di cinque.
Ritarderebbe, inoltre, l’insorgere di malattie cardiache di nove anni negli uomini, e di circa otto nelle donne. Ancora una volta, una scelta di cibi sani si dimostra efficace per la cura della nostra salute. Vediamo allora più in dettaglio in che modo ogni singolo ingrediente di questa ricetta può rendere conto dei suoi effetti prodigiosi.
- Il consumo quotidiano di 150 ml di vino (poco meno di un bicchiere) riduce il rischio cardiovascolare del 32% (contro il 14% se consumato 4 volte la settimana).
- Il pesce (dose consigliata 114 grammi), consumato da 2 a 4 volte la settimana porta a una riduzione del 14%.
- 100 g di cioccolato fondente al giorno abbassano la pressione sanguigna e riducono il rischio di malattie cardiovascolari e d’infarto di un quinto (21%). Lo stesso risultato si ottiene con 400 grammi di frutta e verdura al giorno.
- Mangiare aglio quotidianamente riduce il colesterolo e quindi il rischio di malattie cardiovascolari del 25% (dosaggio consigliato 2,7 grammi al giorno di aglio fresco).
- 68 grammi di mandorle comportano un’ulteriore riduzione del 12%. L’effetto combinato degli ingredienti è stato infine calcolato secondo il metodo già utilizzato nell’elaborazione della “polipillola”.
Oltre a essere singolarmente gustosi, gli ingredienti, anche combinati tra loro non presentano controindicazioni, come ben sottolineano i ricercatori olandesi, che tuttavia mettono correttamente in guardia da possibili effetti collaterali dell’aglio (quali alito pesante e alterazione dell’odore corporeo).
Abbiamo già documentato altrove nel nostro sito i rischi e i dati controversi sull’assunzione dei vari farmaci che entrano nella composizione della polipillola (statine, tiazidici, beta bloccanti, ACE inibitori, acido folico e aspirina).
Ma il dato più importante è che una simile proposta non tiene in alcun conto l’individualità del paziente e quindi la necessità di monitorare il suo stato per regolare la prescrizione dei farmaci.
Benché fosse già ampiamente noto che la prevenzione delle patologie cardiovascolari non può essere affidata esclusivamente all’uso di farmaci (costosi e spesso assunti in modo irregolare dai pazienti), e che tanto più efficace si è dimostrato l’intervento sugli stili di vita (in particolare sulla dieta e sull’attività fisica), il nuovo studio ha certamente il merito di attribuire nuova dignità ad alimenti assai comuni ‘da secoli’ sulle nostre tavole, e generalmente molto apprezzati.
Pur con le dovute cautele (l’estrema ripetitività della dieta proposta può infatti, di per sé, essere fonte di altri problemi), la ricerca sul polipasto offre comunque un punto di vista prezioso sull’alternativa alimentare ai farmaci, del quale il mondo scientifico, da qui in poi, non potrà non tenere conto.