Aspartame killer? Bibite, yogurt e chewing-gum senza zucchero possibile causa di forme tumorali
Il mondo dell’alimentazione artificiale è in subbuglio. Uno studio italiano, effettuato presso il Centro di Ricerca sul cancro di Bologna, ha presentato i risultati di una attenta sperimentazione effettuata sui topi, dalla quale sembra molto elevato il rischio di correlazione tra uso di aspartame e nascita di nuove forme tumorali, in particolare leucemie e linfomi.
Il problema potrebbe essere di vastissime proporzioni, e gli stessi autori del lavoro hanno chiesto a ben 7 revisori di analizzare i risultati prima della comunicazione ufficiale data ai mass media.
La notizia, riportata da BBC News del 15 luglio, da Repubblica online del 14 luglio e dal Guardian del 15 luglio, genera sicuramente qualche allarme. Purtroppo in questo momento non convincono le immediate comunicazioni di difesa proposte dal produttore giapponese di aspartame, che cita in questo senso gli studi del 2002 sulla supposta assenza di tossicità.
E in Italia l’immediata levata di scudi della Federchimica e di AIIPA, l’Associazione italiana industrie prodotti alimentari, che ribadiscono l’innocuità del prodotto (che speriamo vera!) ci sembrano richiamare le recenti affermazioni della FDA americana in occasione dei danni generati dagli analgesici come il Celecoxib (Vioxx).
Per problemi analoghi, come è già avvenuto infatti per la presenza di acrilamide nelle patatine fritte, il fatto di ridurre subito l’impatto emotivo della notizia – negando comunque -, risulta commercialmente importante. Nonostante la conferma dei possibili danni da acrilamide (e quindi da patatine fritte) queste vengono comunque proposte a adulti e bambini senza alcun problema, in quanto si tratta di un problema di dose, come per l’alcol, e quindi non si interviene subito sugli aspetti commerciali. Poi col tempo le persone dimenticano… e continuano ad acquistare!
Ma basta leggere l’etichetta di una qualsiasi bibita sugar-free per scoprire, in caratteri microscopici, che l’assunzione viene vietata alle donne in gravidanza e ai bambini piccoli. Ma chi controlla?
È ovvio che quello che avviene nei topi non avviene necessariamente negli umani, ma i risultati della Fondazione Ramazzini di Bologna inquietano, perché l’incidenza di cancro dovuto all’aspartame sembrerebbe molto elevata soprattutto nel sesso femminile, e avverrebbe per dosaggi di aspartame molto vicini a quelli considerati accettabili nell’uomo.
Si resta in attesa di un parere più preciso, e in questo senso la EFSA (European Food Safety Authority) ha già indetto una rivalutazione urgente di questi studi per capire il possibile coinvolgimento per la salute umana. Per altro, proprio l’aspartame aveva ampiamente sostituito sul mercato la saccarina, già documentata come tossica.
La parte più inquietante della ricerca è che, almeno nei topi, l’uso dell’aspartame sembrerebbe inutile: se infatti è utilizzato per produrre bibite e dolci e caramelle e yogurt “light”, cioè con scopo dimagrante, è molto dubbio che l’effetto desiderato venga ottenuto. L’attenta somministrazione durante tutta una vita di questo prodotto ai topi, infatti, ha sì fatto ridurre l’introduzione di cibo, ma NON ha provocato il dimagrimento dell’animale rispetto a topi grassi.
Noi di Eurosalus sosteniamo da tempo al necessità di rispettare gli equilibri biologici, e l’uso di cibi a basso indice glicemico. L’uso corretto di cibi ad alto contenuto calorico e la masticazione sono trucchi ben più utili e innocui, che tutti dovrebbero imparare a utilizzare per ottenere una riduzione di peso. Per ora, tentare di imbrogliare la natura con i dolcificanti, come sembrerebbe indicarci lo studio oncologico, non solo rischia di essere dannoso, ma probabilmente anche inutile per dimagrire!