Cautela tardiva: il caso Protopic
Il Protopic, una delle creme più usate sui bambini per trattare la dermatite atopica, potrebbe favorire l’insorgenza di linfomi e altri tumori.
L’importantissimo segnale d’allarme è stato lanciato il 2 maggio scorso dalla FDA americana, che ha obbligato la ditta produttrice di questo farmaco (Fujisawa) a segnalare sulla confezione la possibilità che il suo uso possa indurre la formazione e la comparsa di linfomi e di altri tipi di neoplasie.
Si tratta di un farmaco che molti hanno giudicato pericoloso fin dalla sua comparsa, ma che è diventato invece nella pratica, grazie all’ingente spinta commerciale che ha accompagnato il suo lancio, uno dei farmaci più costosi e più utilizzati da pediatri, dermatologi e allergologi per trattare l’eczema dei bambini e degli adulti.
Ci domandiamo oggi quale logica possa portare a scegliere la ciclosporina, un principio attivo usato nei trapianti d’organo per bloccare la risposta del sistema immunitario e del quale è nota la forte possibilità di indurre linfomi (cioè tumori gravi del sistema immunitario), per mettere a punto un farmaco (il tacrolimus appunto, da noi usato come Protopic) che viene ampiamente utilizzato sui bambini!
Ma ci sembra di capire che la legislazione attuale pretenda piuttosto il consenso informato dei bambini per somministrare un prodotto omeopatico e si disinteressi di follie concettuali come questa, che tradiscono il senso della medicina e che espongono creature indifese a veri e propri esperimenti commerciali.
Noi crediamo che poche persone, se informate dei rischi, userebbero serenamente sulla pelle dei loro bambini un prodotto che, ingerito dagli adulti, può aumentare notevolmente l’incidenza di forme tumorali. Eppure il mondo medico ragiona ancora per comparti, dimenticandosi che il sistema immunitario della pelle di un bambino è lo stesso che sta nel sistema digestivo o nelle tonsille di quello stesso bambino, e porta il suo stesso nome.
Ci domandiamo allora con quale criterio i ricercatori siano andati a costruire un prodotto così rischioso. Un importante articolo aveva segnalato questa evenienza già lo scorso febbraio (Papp KA. J Am Acad Dermatol 2005 Feb;52:240-6) ma la segnalazione della FDA e del National Cancer Institute americano è arrivata il 2 maggio.
Le modalità che oggi abbiamo a disposizione per affrontare la dermatite atopica, e le considerazioni già fatte sul significato dell’allergia ci suggeriscono la necessità di inserire un atteggiamento di questo tipo, verso il quale ci sentiamo fermamente critici, in un quadro più ampio. Torneremo quindi a parlare di questo tema, e dei diversi modi di interpretare l’arte medica, tra pochi giorni.
Vi daremo in proposito altre notizie, ma l’importanza di questa, per ora non evidenziata dai media italiani, ci sembra troppo grande per non segnalarla prontamente ai nostri lettori.
Crediamo che non sia ininfluente, tra l’altro, il fatto che il prezzo di un tubetto da 30 grammi di Protopic sia compreso tra i 41,00€ e i 46,11€, mentre, a titolo di confronto, un tubetto di crema al cortisone (come il pur recente Advantan, per fare un esempio) costa solo 5,19 €.