Detenuti, al lavoro per crescere e capire
Sicurezza e salute sono due termini che spesso si sono compenetrati e confusi nel corso dei secoli, e se è vero che la salute crea sicurezza (o può crearne), non è detto che valga il contrario.
È il caso delle carceri dove un periodo di reclusione più o meno lungo può non bastare per rendere (a fronte di un periodo di relativa sicurezza interposto) chiunque pronto alla schiusura delle barriere e ad una serena, sana e ricca di sicurezza, nuova condivisione di società.
È quello che si è compreso tra le parole e le immagini proiettate e vissute insieme durante la presentazione del film “Levarsi la cispa dagli occhi”, di Carlo Concina e Cristina Maurelli che fa oggi il giro delle città d’Italia, per farsi conoscere, e far conoscere l’incredibile forza e potenza del progetto. Il film è proiettato la mattina nelle carceri, il pomeriggio nel centro della città e le notizie sui movimenti della proiezione possono essere seguiti sul sito internet del film, dove è anche disponibile il trailer dello stesso.
Il progetto che vede il suo spazio nel carcere di Opera e che è presentato sulla pellicola del film è quello di un percorso personale e comunitario del carcerato, che, attraverso la lettura e l’analisi accompagnata di letture, racconti, esperienze di vita e riflessioni altrui, come chiunque, è portato a pensare alle proprie scelte di vita e, in alcuni casi, a rivederle.
Il laboratorio di lettura e scrittura creativa, del quale Eurosalus ha peraltro già parlato nell’anno passato, fornisce inoltre almeno due altri mezzi per la crescita personale e quindi dell’intera società, anche esterna al carcere: si tratta dell’espressione, e della condivisione. I carcerati si confrontano su ciò che hanno capito, pensato appreso, imparando il dialogo e si esprimono attraverso la poesia e la scrittura esercitando forme di rispetto, di ascolto, di comprensione e di presa coscienza del percorso fatto e di quello che verrà fatto.
I modi per creare coscienza diversa in chi stia facendo un percorso di reintroduzione costruttiva alla società sono tanti e diversi, passano dalla compagnia degli animali, all’apprendimento di un lavoro, allo yoga, all’istruzione alla poesia e alla scrittura come strumento di espressione, comunicazione e addirittura guadagno (oggi molte delle opere dei carcerati sono in vendita).
È attraverso un percorso non solo di espiazione o punizione, ma anche di comprensione, che si arriva a garantire la sicurezza, e la salute, di quelle persone che prima o dopo torneranno a camminare vicine sulla stessa strada, senza che esista più un “dentro” o un “fuori”.