Sensibilità al glutine o celiachia? Anche Fondazione Rava è sul pezzo
La conoscenza della sensibilità al glutine sta diventando sempre più diffusa.
Sia per quanto riguarda la forma celiaca (che riguarda solo lo 0,8% della popolazione italiana), sia per la NCGS (sensibilità al glutine non celiaca), condizione che secondo il British Medical Journal può riguardare anche il 30% della popolazione apparentemente sana.
Mentre per la celiachia si parla di una condizione su base genetica, dovuta ad un coinvolgimento autoimmune, per la quale si deve seguire una dieta di esclusione del glutine per tutta la vita, per la “Gluten sensitivity”, come è spesso chiamata la sensibilità al glutine non celiaca, o NCGS, si parla invece di una situazione complessa, legata a reazioni infiammatorie (e non autoimmuni) in cui la presenza di una componente genetica può essere talvolta presente e talvolta no, mentre la componente infiammatoria legata all’uso di glutine e spesso ad un eccessivo uso dello stesso è presente e ben definita.
Eurosalus ne ha parlato spesso, soprattutto in relazione al suo importante ruolo nella “Sindrome del Colon Irritabile”, uno dei percorsi terapeutici più richiesti nel nostro centro SMA di Milano, anche se abbiamo spesso chiarito che ““non esiste cibo contro…” perché se è vero che molti casi di malattia intestinale sono oggi dovuti al glutine in Europa, gli stessi disturbi, in Cina, sono dovuti a riso, mais e soia.
È l’eccesso di uso quindi, e non certo l’uso variato a generare disturbi.
A fianco della importante review pubblicata dal British Medical Journal lo scorso ottobre (Lebwohl B et al, BMJ. 2015 Oct 5;351:h4347. doi: 10.1136/bmj.h4347), in questi ultimi mesi numerosi lavori hanno evidenziato ulteriormente la differenza esistente tra celiachia e sensibilità al glutine, rilevandone caratteristiche importanti.
Tra gli altri un lavoro pubblicato su Alimentary Pharmacology & Theraputics segnala che solo il 34% delle persone non celiache e in dieta di esclusione del glutine è in grado di riconoscere l’azione del glutine assunto per via orale in esperimenti controllati (Zanini B. et al, Aliment Pharmacol Ther. 2015 Oct;42(8):968-76. doi: 10.1111/apt.13372. Epub 2015 Aug 27).
Questo segnala che probabilmente ci troviamo di fronte a un eccesso di scelte alimentari “senza glutine”, anche se il lavoro citato non tiene in minima considerazione che molte delle reazioni della sensibilità al glutine sono dovute alla ripetuta assunzione di glutine e non a quella occasionale.
Inoltre molte persone oggi potrebbero essere in grado di reintrodurre il glutine nella loro alimentazione ma non lo fanno per la persistenza di paure o fobie specifiche.
Siamo di fronte quindi ad un tema scientifico di notevole interesse che tocca per tutti la possibilità di conoscere cibi alternativi e il diritto di poterne mangiare.
Proprio per questo, vista anche la prossimità alle festività natalizie, ci fa piacere segnalarvi un’iniziativa che mette d’accordo conoscenza, gluten sensitivity, indice glicemico e buon gusto.
Per questo Natale, infatti, Fondazione Rava ha preparato con il nostro aiuto un innovativo cesto regalo illustrato a pagina 16 del nuovo Catalogo dei Regali di Natale 2015.
Significa avere a disposizione dei prodotti che possono aiutare chiunque abbia problemi di sensibilità al glutine a imparare a mangiare con gusto nel rispetto dei propri bisogni individuali.
Non è stato facile mettere d’accordo gusto, tradizione, piacere e salute, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e il cesto (Gusto senza rinunce) contiene paste, gallette e farine adatti sia al celiaco sia a chi soffra di Gluten Sensitivity (intolleranza al glutine non celiaca) ed è perfettamente indicato anche a chi voglia assaggiare qualche sapore diverso, per avvicinarsi alla proposta culturale di varietà alimentare sana che noi di Eurosalus suggeriamo ogni giorno.
La dottoressa Chiozzi e la dottoressa Camerotto, che da queste pagine danno ogni giorno suggerimenti nutrizionali e di salute, hanno scritto assieme a me la parte, per così dire, scientifica e culturale dell’opuscolo che correda il cesto.
Marina Necchi invece si è dedicata a preparare e organizzare le ricette che consentono di utilizzare al meglio i prodotti contenuti nel pacco dono, nello stile con cui lei presenta le ricette sul blog o nella sua pagina Facebook.
I produttori sono stati scelti per la qualità dei vari preparati, nella quasi totalità biologici, e per il gusto che li caratterizza.
Diciamolo con franchezza, si può mangiare bene e con gusto anche mangiando sano. In questi cesti ne abbiamo la dimostrazione. Ecco perché anche in un cesto che apparentemente potrebbe sembrare solo un modo più gustoso per fare del bene attraverso un regalo e per aiutare i bambini di Haiti attraverso la Fondazione Rava, abbiamo messo la stessa passione che anima la nostra ricerca e la nostra pratica clinica.
Per questo Natale, fare (o farsi) un regalo di questo tipo significa aprire una nuova chiave di comprensione dei possibili effetti positivi del cibo sulla salute.
Con gioia e con gusto, per un Natale diverso.