Le zone blu dove si vive di più
La vita della popolazione si allunga, la medicina progredisce e le vite, talvolta, si salvano. Tuttavia esistono zone del mondo, le cosiddette “aree blu” – termine preso dal colore che i due primi ricercatori nell’ambito (Gianni Pes e Michel Poulain) usavano per segnare le aree con molti centenari presenti – in cui le persone vivono serenamente oltre il secolo continuando a praticare la pastorizia e l’agricoltura, e a giocare coi compaesani quando viene sera, senza il minimo sforzo o pensiero. Tra queste troviamo la celebre Okinawa in Giappone, Loma Linda in California, la penisola di Nicoya in Nicaragua, e Ogliastra in Sardegna.
L’ultima scoperta per appartenere al genere è l’isoletta greca di Ikaria. Come le altre zone dello stesso tipo diventate note negli anni, essa ha delle caratteristiche particolari, prima tra tutte il fatto di obbligare i propri abitanti a praticare attività fisica di una certa entità in maniera regolare e costante.
Sono anni che l’attività fisica è nota per avere questo ruolo di allungamento della vita, e della vita vissuta bene, allontanando la probabilità di eventi cardiovascolari avversi che oggi rappresentano invece la prima causa morte nei paesi occidentali.
Anche la seconda causa di morte tipica in Europa, quella per patologia neoplastica è debellata nelle aree blu dove l’alimentazione è molto più ricca di proteine coerentemente associate ai carboidrati, verdura, frutta, fibra, e i cereali utilizzati sono per lo più integrali o inseriti in un contesto a basso impatto glicemico. Queste scelte nutrizionali rappresentano, abbinate all’attività fisica, esattamente le linee guida per la prevenzione della malattia neoplastica promosse dalla Cancer Research Foundation, tra gli enti mondiali più autorevoli nel campo del cancro e della malattia neoplastica.
Elementi ulteriori? Nelle aree blu l’aria è buona, l’inquinamento atmosferico è basso e quasi inesistente e lo stress lontano.
Se l’inquinamento nelle grandi città europee può essere difficile da gestire da parte del singolo, ogni persona può comunque cercare di proteggersi e mettere il proprio organismo nelle condizioni migliori per affrontarlo. Tali risultati possono essere ad esempio ottenuti attraverso un’alimentazione che segua il ritmo biologico e provveda a tutto ciò di cui l’organismo ha bisogno e attraverso l’abbassamento dei livelli infiammatori generali dell’organismo (attraverso una dieta di rotazione che controlli l’infiammazione da cibo).
Gli stessi elementi appena descritti sono per altro di grande aiuto e conforto, insieme all’attività fisica regolare, nel momento in cui si voglia cominciare a gestire lo stress quotidiano, comunque ben modulabile ad esempio attraverso la scelta di un momento di meditazione o postura yogica di qualche minuto al giorno.
Si tratta dunque di un circolo virtuoso che allunga la vita e fa stare meglio e che parte dal modo di alimentarsi e di “muovere” la propria vita.
Così forse anche nei luoghi più prettamente “occidentali” si potrebbe dimenticare di morire o di invecchiare, impegnati invece a vivere con gioia, lavorando sì (come del resto chi vive nelle zone blu di cui sopra), ma riportando anche alla mente l’importanza del gioco, del movimento e di una alimentazione sana.