Mangiare meno grassi e più carboidrati non basta a prevenire le malattie cardiovascolari
Non basta mangiare pochi grassi e molti carboidrati (secondo i criteri della dieta mediterranea) per ridurre il colesterolo; in un elevato numero di persone (il 60% stando ad un recentissimo lavoro statunitense) il calo del colesterolo, accompagnato dal calo del peso e della glicemia a digiuno, era però accompagnato dall’aumento dei trigliceridi.
Cala quindi il colesterolo, ma salgono i trigliceridi, vanificando in molti casi gli sforzi fatti per ridurre la mortalità cardiovascolare (infarti, ictus e così via). Eppure questo dato è prevedibile,come riferisce il lavoro americano (J Cardiopulm Rehabil 2001 Mar-Apr; 21(2):73-9), perché le persone che hanno avuto questo rialzo avevano in modo statisticamente molto evidente un elevato indice di massa grassa (cioè la quantità percentuale di grasso rispetto alla massa muscolare) e un elevato livello di insulinemia al mattino.
Questi dati si hanno spesso in persone che mangiano cibi ad elevato indice glicemico (clicca qui per approfondire) e che svolgono una scarsa attività fisica.
È quindi importante che nella impostazione di una dieta equilibrata per ridurre il rischio cardiovascolare, debbano entrare in considerazione anche delle scelte sul tipo di carboidrati (a basso indice glicemico) e sulla attività fisica. Non tenendo in considerazione questi aspetti si rischia di sottoporsi a sacrifici alimentari senza ottenere alcun tipo di beneficio. Diventa quindi importante che i medici prevedano questo aspetto nell’impostare sia diete sia trattamenti farmacologici.