Relazioni pericolose tra formaggio e cancro. Anche carne bovina e latte sotto inchiesta
Lavori scientifici del 2002 e del 2003 hanno evidenziato che il consumo di prodotti lattiero-caseari e in particolare di formaggio, e lo sviluppo di cancro del testicolo sono direttamente correlati. Per chi come noi segue in diretta lo sviluppo della conoscenza tra alimentazione e malattia, non è troppo sorprendente.
Questo lavoro non fa che riconfermare altri studi dello stesso periodo sul rapporto tra tumore del seno e assunzione di carne bovina, tra latte e tumore della prostata, tra latte bevuto nell’adolescenza e aumento dei tumori del testicolo in età adulta. Questi dati per altro sono poi stati confermati da una serie di lavori successivi, culminati nelle indicazioni espresse dalla 2^ conferenza internazionale della World Cancer Research Fund (WCRF) tenutasi a Londra nel mese di novembre 2007, di cui Eurosalus ha pubblicato numerosi resoconti.
Per capire la relazione tra prodotti lattiero caseari e cancro, è importante un lavoro effettuato in Canada (Int J Cancer. 2003 Oct 10;106(6):934-41), che evidenzia anche come la medicina occidentale si affanni per cercare di dare una spiegazione al fenomeno.
Ci aiutano di più i cinesi (Zhonghua Nan Ke Xue. 2003 Jun;9(3):186-90) che senza troppi timori parlano della loro forte statistica di aumento tumorale prostatico correlato al latte, mettendolo in relazione con i residui di estrogeni presenti in questo alimento, tanto diffuso nella nostra alimentazione. Si tratta di una relazione nota fin dal 1996, quando uno studio (Br J Cancer. 1996 Aug;74(4):657-60) ha segnalato che per ogni 200 ml di latte in più al giorno bevuti in adolescenza, si registrava un aumento del 30% nel numero di casi attesi di cancro del testicolo in età adulta. Ma la notizia è stata scarsamente divulgata.
Sembra che il mondo accademico classico abbia alcune regole precise di divulgazione per quanto riguarda il consumo di latte. Come se latte e formaggi “non potessero” per definizione fare del male!
Noi crediamo che, come tutti gli alimenti, latte e formaggio abbiano indubbie doti e caratteristiche nutrizionali spesso insostituibili, ma che possano avere anche una serie di difetti, e che uno scienziato onesto debba essere in grado di dirlo senza preconcetti.
Basta guardare al rapporto tra durezza dell’osso e cancro del seno per pensare alla necessità di una maggiore cautela nell’uso di latticini.
Noi pensiamo che questa reattività e questi effetti possano dipendere anche da uno stimolo infiammatorio persistente e dall’aumento di alcuni fattori di stimolo tumorale, connessi all’aumento dell’infiammazione, mentre sappiamo che riuscendo a effettuare un pausa di pulizia nella introduzione quotidiana del latte o dei latticini (corrispondente al concetto del “venerdì di magro”), si mettono in moto meccanismi immunologici volti a favorire l’adattamento individuale al mondo che ci circonda.
A questi dati si aggiungono anche ricerche più recenti, effettuate in California (Tangvoranuntakul P et al, Proc Natl Acad Sci U S A. 2003 Oct 14;100(21):12045-50. Epub 2003 Oct 01), che spiegano come l’acido sialico, presente regolarmente negli animali, quindi anche nel latte e nella carne rossa di manzo o vitello, ma non nell’uomo, si trova ad essere presente (e poi ad agire) negli esseri umani con possibili effetti tumorali. Probabilmente l’acido sialico è uno dei punti di riconoscimento immunologico del latte o dei latticini e questo aspetto spiega perché quando si mette a dieta il latte è bene che sia controllata anche la carne bovina e viceversa.