La Chikungunya nel Ravennate: problema sanitario o di marketing?
Il virus c’è ma non si vede.
Stando alle stime del bollettino del WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa) fino al 17 settembre erano state infettate almeno 254 persone nelle zone della Romagna con particolare riferimento al Ravennate.
Poiché parliamo di un virus che può avere anche dei gravi effetti individuali e sociali, ci teniamo a segnalarlo, ma soprattutto ad invitare ad una riflessione critica su questa storia.
Innanzitutto tranquillizziamo l’opinione pubblica, segnalando che come per tutti i virus, Ebola e Aviaria compresi, mantenendo attive le difese normalmente presenti nell’organismo attraverso una sana alimentazione e una corretta integrazione minerale, la capacità di difenderci bene da questo tipo di infezione è presente ad un buon livello in tutti gli abitanti della Romagna.
E siccome i romagnoli sanno bene difendersi da questa infezione, al punto che nessuno degli infettati ha subito danni permanenti, in pratica nessuno ne parla, e non si prendono misure di sicurezza particolari.
Lo stesso virus, la Chikungunya, in altri contesti di malnutrizione, ha provocato in pochi mesi centinaia di morti. Un numero enormemente maggiore di quelli provocati dall’aviaria.
La considerazione che facciamo è proprio questa: se oggi gli Stati Uniti arrivano addirittura a sconsigliare la presenza dei cittadini americani in Romagna (come un noto ex Ministro della Salute propose di fare, bloccando i viaggi ad Istanbul perché c’era qualche caso di aviaria in una regione sperduta dell’est della Turchia) mentre chi ci abita non si sta accorgendo assolutamente di nulla, probabilmente per quanto riguarda l’aviaria le cose si svolgono nello stesso modo.
Un possibile caso di infezione rischia di diventare strumento di marketing a livello mondiale, mentre nella realtà sociale, al di là del dolore per la singola situazione, probabilmente non avviene nulla di diverso dal solito.
Se anziché leggere di Ravenna leggessimo di un paese sperduto ne saremmo preoccupati, ma leggendo della riviera romagnola in cui abbiamo fatto il bagno per tutta l’estate con gli amici, capiamo che forse esiste una discrepanza tra quello che viene detto e quello che avviene nella realtà.
Buono a sapersi.