Saltare la cena per dimagrire e ridurre l’infiammazione: pro e contro
La prima colazione è il pasto più importante della giornata, su questo siamo tutti d’accordo. E la cena?
L’organismo umano funziona in modo tale che le risorse possano essere consumate al momento oppure trasformate in grasso.
È assolutamente intuitivo, dunque, che una persona che la sera mangia, si rilassa un poco e va a dormire non ha molto spazio di azione per consumare ciò che ha mangiato a cena. Ecco che gli zuccheri che entrano nel sangue e non sono utilizzati, oltre a fare qualche danno qua e là, vengono dirottati verso le cellule adipose che, invece, sanno benissimo cosa farne.
Ecco perché, a fini metabolici, a cena è meglio stare leggeri. Tra stare leggeri e “saltare” c’è però una bella differenza.
Saltare la cena o farla molto presto, nella logica del mantenimento di 15 ore di digiuno, può essere un modo interessante per valorizzare, velocizzare e stimolare un processo di dimagrimento e di riduzione dell’infiammazione generale, con effetti positivi anche sul miglioramento della resistenza insulinica (elemento fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento del diabete di tipo 2).
Tuttavia è ben noto che il protratto restringimento calorico porta a risultati opposti a quelli sperati, sul piano del miglioramento della relazione tra massa magra e massa grassa.
Oltre ai pessimi effetti sull’umore che può avere una dieta di questo tipo è importante ricordare, infatti, che il restringimento calorico porta, alla lunga, a una riduzione del metabolismo basale che, a sua volta, fa ingrassare.
La prolungata carenza di cibo agisce riducendo la massa magra (che ha bisogno di un sostegno calorico e nutrizionale preciso per essere mantenuta) e aumentando la massa grassa ogni qualvolta ce ne sia occasione. In termini pratici, un restringimento calorico rigido e prolungato mi farà perdere muscolo e aumenta le probabilità di accumulare in grasso alla prima occasione di “microcaloria” in più.
Saltare la cena o anticiparla può essere sì una occasionale modalità d’azione positiva, con effetti “magici” a livello metabolico, ma deve essere gestita nell’ambito di una alimentazione ricca e completa, a partire dalla prima colazione.
È importantissimo che il sonno notturno non sia, ad esempio, disturbato dalla restrizione calorica: dormire è un’azione essenziale anche dal punto di vista metabolico e dormire bene con molta fame è difficile se non impossibile. Se il vostro sonno è disturbato e state seguendo una dieta ipocalorica fatevi qualche domanda: ci sono sicuramente delle cose da modificare nel modo in cui vi state nutrendo.
È altresì importante che l’eventuale suddivisione in due pasti della nutrizione giornaliera consenta una buona digestione e acquisizione dei nutrienti contenuti. Pasti eccessivamente concentrati possono talvolta dare fastidio e creare difficoltà digestive e i nutrienti sono comunque più difficili da assorbire se il pasto è abbondante. In questi casi l’attenzione alla masticazione è essenziale.
Saltare la cena può essere un’idea buona e positiva, quando usata in modo occasionale (gli studi sul digiuno di 15 ore ne rilevavano comunque gli effetti positivi anche a 48 ore di distanza) e bilanciato, in modo da ottenerne solo gli effetti benefici senza rinunciare alla sana convivialità sociale.