Intestino irritabile: guarire si può e la conferma è scientifica
La definizione d’intestino irritabile indica un insieme di stati enterici di cui non è possibile trovare una causa organica, con l’indicazione generale volta a tranquillizzare il paziente rispetto alla benignità dei sintomi.
Ciò non toglie che, benignità o meno, i pazienti che soffrono d’intestino irritabile non se ne divertano particolarmente. Spesso il disagio è importante, soprattutto per chi si trova ad andare in bagno molte volte ogni giorno, senza possibilità alcuna di poterne prevedere i tempi e le modalità.
Spesso la terapia si limita al tranquillizzare, quando la natura infiammatoria di tale disagio potrebbe invece essere efficacemente modulata.
L’ultima conferma arriva da Gastroenterology: uno studio pubblicato in maggio 2013 mostra l’efficacia nel controllo dei sintomi di chi si trovi ad andare in bagno parecchie volte al giorno grazie ad una dieta senza glutine protratta per quattro settimane.
Significa che siamo tutti infiammati da glutine? Forse sì, in parte. Senza voler colpevolizzare in alcun modo il frumento e i suoi cugini, pane e farinacei sono tra gli alimenti più diffusi nell’alimentazione occidentale.
Ciò significa che la probabilità di essere in “sovraccarico”, con relativa infiammazione da cibo, è molto alta nelle popolazioni che utilizzano questo tipo di stile alimentare in cui la pasta, i cracker e le merendine hanno la meglio su patate, legumi, riso e altro.
L’astensione anche periodicamente limitata o nella logica di una rotazione e una reintroduzione graduale permette la gestione dell’infiammazione mediata dalla continua e ripetuta assunzione degli alimenti che ne contengono riducendo di conseguenza il disagio e la sintomatologia fastidiosa.
Non tutti però abbiamo una reattività davvero importante verso il glutine: tra tutti i casi analizzati nello studio, quelli che hanno avuto la risposta maggiore sono stati coloro con due geni che indicano una predisposizione alla reattività al glutine stessa.
È decisamente possibile e alquanto probabile che la minor risposta media alla dieta senza glutine del resto della popolazione analizzata sia dovuto semplicemente ad un’infiammazione da cibo di tipo diverso, con una maggiore reattività nei confronti di altri gruppi alimentari e minore nei confronti degli alimenti contenenti glutine.
Tale reattività può oggi essere misurata attraverso un test delle IgG specifiche, che permette la valutazione dei gruppi alimentari con i quali si sia maggiormente venuti a contatto, creando reattività e infiammazione di tipo sistemico.
Tra questi test si colloca RecallerProgram che, rispetto ad altri, ha il vantaggio di accompagnare la persona nella riacquisizione di amicizia e tolleranza nei confronti di ciò che sta dando reattività, in una logica di reintroduzione graduale e funzionale al benessere.
Lo studio SMA di Milano, da anni s’impegna nel condurre, accompagnare e sostenere chi soffra di malattie infiammatorie intestinali nel percorso verso un controllo della sintomatologia che sia funzionale, efficace e il più sereno possibile.
Oggi anche Gastroenterology ritiene quella della guarigione, felicemente, una strada che trovare, intraprendere, seguire è possibile.