Il colesterolo non fa più così male
Da anni noi di Eurosalus continuiamo a segnalare che l’uso dei farmaci chimici contro il colesterolo va attentamente soppesato e valutato.
L’eccesso di prescrizione di statine, i farmaci attualmente più venduti al mondo, non tiene conto del fatto che queste sostanze provocano comunque dei danni all’organismo.
Ma ancora di più appare oggi evidente che è il significato stesso del colesterolo a essere messo in discussione.
Nel corso degli anni i valori limite di questa sostanza sono stati perennemente abbassati, mentre numerosi lavori scientifici ne hanno descritto anche la loro potenziale utilità (come ad esempio una forte azione antitumorale nei soggetti anziani).
Di sicuro abbassare il colesterolo dopo i 65 anni è privo di qualsiasi utilità, ma il mondo è pieno di persone, spesso inutilmente impaurite dai loro medici, che continuano a prendere statine anche quando le condizioni cliniche non lo richiederebbero.
Ricordiamo che è sempre necessario fare riferimento al rapporto complessivo tra colesterolo totale e colesterolo HDL per decidere se la propria situazione può rappresentare un problema o meno. Solo in base a quello va eventualmente presa una decisione di trattamento.
Nelle settimane appena passate, due giganti dell’industria farmaceutica, la Merck e la Schering-Plough hanno subito veramente uno smacco. Il loro nuovo prodotto, ottenuto combinando due sostanze per abbassare il colesterolo ha effettivamente abbassato il valore di colesterolo oltre ogni limite pensabile, ma anziché fare del bene ha determinato dei danni importanti, aumentando la deposizione di grasso all’interno delle arterie, e aumentando la mortalità dei soggetti coinvolti.
Sta realizzandosi quindi quello che da anni avevamo anticipato. La lotta ad un singolo valore non esprime un corretto criterio medico. Per anni nessuna ditta produttrice di farmaci per il colesterolo ha dovuto confrontarsi con il fatto che il loro prodotto facesse bene alla sopravvivenza o alla vita. Bastava che abbassasse il colesterolo e questo era ritenuto sufficiente dalla comunità scientifica per credere che facesse del bene.
Oggi, forse, dovremo riconsiderare questo aspetto, anche se la potenza commerciale di chi lo ha strenuamente perseguito difficilmente lascerà spazio al buon senso.