Incremento di peso negli sportivi: ecco le possibili cause
DOMANDA
Vi scrivo per avere un consiglio: nel 2010 ho effettuato il mio primo test alimentare, perché nonostante gli allenamenti di corsa non riuscivo a perdere peso. Su vostro consiglio ho inserito 2 giorni di scarico dagli alimenti ai quali ero risultato reattivo: lieviti, latte e derivati, e nichel. Ho modificato le mie abitudini alimentari passando a una colazione più ricca e a una cena leggera, accoppiando sempre carboidrati e proteine. Ho perso circa 9 kg, migliorando il mio personale sulla maratona di circa 15 minuti. Nel 2012 ho effettuato nuovamente il test, risultando ancora positivo a lieviti, latticini e nichel. Pur riducendo, per motivi di famiglia, gli allenamenti, sono riuscito a mantenere stabile il mio peso (intorno agli 80 kg) fino ad aprile di quest’anno. Non so cosa mi sia successo, ma ho ricominciato a aumentare nonostante abbia ripreso in modo più costante gli allenamenti sia di corsa che di nuoto. Oggi peso circa 86 kg e sento di essere lievitato. So che posta in questi termini la questione sia di difficile soluzione, ma rimango aperto a vostri suggerimenti.
RISPOSTA
Caro Simone,
la sua domanda richiederebbe degli approfondimenti per capire quello che sta avvenendo a livello metabolico.
Un’analisi impedenziometrica permetterebbe di comprendere la natura dei sei chili che ha acquistato da aprile ad oggi. Sono chili di massa muscolare? Di massa grassa? È presente ritenzione di liquidi? Sono tutte domande a cui bisognerebbe dare una risposta per programmare un piano d’azione preciso.
Tuttavia, sulla base dell’esperienza fornita da casi simili al suo ed escludendo naturalmente alterazioni endocrine, si possono fare delle ipotesi.
Nei mesi in cui ha ridotto gli allenamenti per motivi familiari potrebbe essere aumentata la massa grassa, cosa che spesso accade quando ci si ferma improvvisamente senza adattare anche l’introito energetico alla riduzione del movimento. Parallelamente, è probabile che la massa muscolare sia diminuita. Risultato: stesso peso, ma meno muscolo e più grasso, con conseguente rallentamento del metabolismo.
La ripresa degli allenamenti potrebbe aver riportato la condizione muscolare allo stato iniziale senza però aver agito in modo significativo anche sulla massa grassa e questo spiegherebbe in parte la sensazione di “essere lievitato”.
Tuttavia, su quest’ultimo aspetto, credo che l’infiammazione da cibo derivante dal consumo probabilmente troppo frequente di cibi appartenenti ai gruppi alimentari di lieviti, latte e nichel possa avere un ruolo determinante.
La sensazione di gonfiore molto spesso dipende anche dalla ritenzione idrica. L’organismo, nel tentativo di diluire le sostanze infiammatorie circolanti trattiene acqua. Secondo questa logica, una parte dei sei chili acquistati sarebbero di liquidi. Naturalmente, per avere una conferma dell’ipotesi servirebbe una misurazione impedenziometrica.
È importante ricordare che l’incremento dell’adipe determina comunque un aumento delle sostanze infiammatorie circolanti, che si sommano a quelle derivate “dall’infiammazione da cibo”. Si crea una sorta di circolo vizioso. Le citochine infiammatorie riducono la sensibilità dei recettori per l’insulina e in questo modo, l’organismo invece di utilizzare i nutrienti per produrre energia e calore, tende a depositarli sotto forma di grasso, alimentando tale circolo.
Per agire in modo efficace è importante aumentare i giorni di astensione da lieviti, latticini e nichel, così da ridurre il più possibile quest’elemento della componente infiammatoria. In particolare, le suggerirei di passare da due giorni di astensione a quattro. Si tratta di uno schema assolutamente sostenibile poiché permette di gestire tre giorni settimanali di reinserimento garantendo varietà all’alimentazione.
Un ultimo aspetto che è utile considerare è la tipologia degli allenamenti.
Oltre a quelli prolungati e a intensità moderata, noti perché determinano soprattutto il consumo di grassi, consiglio di programmare degli allenamenti a intermittenza, come gli scatti con recupero attivo. Si possono effettuare sia nel nuoto che nella corsa. Sono esercizi che determinano un’importante attivazione del metabolismo e un miglior utilizzo dei lipidi anche molte ore dopo l’attività e durante il riposo, poiché determinano anche una aumento della sensibilità insulinica.
Riducendo l’infiammazione da cibo e con un buon programma di allenamento ritornerà presto nella forma fisica adatta per affrontare un’altra maratona e migliorare ulteriormente il suo tempo di gara.