Curare l’artrite con il cibo è a portata di tutti
Una volta si cercavano alimenti dotati di virtù antinfiammatorie, e i ricercatori erano impegnati a trovare un eventuale analgesico naturale da mettere nel piatto.
Una serie di scoperte relativamente recenti, e in tumultuosa espansione, ci ha fatto capire che la qualità del cibo, il rapporto tra carboidrati e proteine in ogni singolo pasto e la azione sull’insulina indotta dal cibo sono le cause principali di moltissimi casi di artrite reumatoide.
Le adipochine, sostanze prodotte nel tessuto adiposo, sono i nuovi fattori emergenti della infiammazione, e questo significa che scelte alimentari corrette possono portare alla guarigione in modo naturale.
Su Eurosalus abbiamo già discusso in molte occasioni di come l’alimentazione possa incidere sulla nascita e sul mantenimento della artrite reumatoide per l’effetto della infiammazione dell’organismo, ma a questa conoscenza già certa si aggiunge oggi la comprensione di quanto l’equilibrio dei diversi componenti alimentari possa incidere nel provocare e mantenere l’infiammazione articolare.
Il BAFF alla base di molte malattie autoimmuni: importanti conferme da una ricerca italiana
Le adipochine sono una scoperta relativamente recente (la prima, la leptina, è stata scoperta solo nel 1994), ma in realtà i loro effetti si sentono in tutto l’organismo e non c’è processo infiammatorio in cui non siano presenti.
Sono coinvolte nel metabolismo, nella regolazione ormonale, nella fertilità, nelle reazioni infiammatorie, nell’artrite e in numerose altre condizioni. Il BAFF (B Cell Activating Factor), stimolato dalla presenza di un sovraccarico alimentare, svolge esattamente questo tipo di azioni.
A fronte di una diffusione così importante stupisce che in realtà anche molti medici non ne conoscano nemmmeno l’esistenza, e soprattutto l’importanza; le adipochine provocano o controllano in pratica quasi tutti i fenomeni infiammatori e dolorosi dell’organismo e la scienza le sta presentando come “i fattori emergenti dell’infiammazione”.
È certo comunque che le adipochine siano coinvolte con la nascita e il mantenimento dell’artrite reumatoide e dei dolori articolari in genere.
Per capire come stride in medicina questa mancata conoscenza della azione di queste sostanze, basti pensare che entrando in un reparto di reumatologia e chiedendo se è possibile fare qualcosa con l’alimentazione per i malati di artrite, di solito ci si sente rispondere male, o al massimo che è sempre meglio dimagrire un po’, mentre nel novembre 2007 è stata pubblicata su Nature Clinical Practice Rheumatology una documentatissima ricerca sul ruolo delle adipochine in reumatologia e sulle possibilità terapeutiche di queste scoperte (Lago F et al, Nat Clin Pract Rheumatol. 2007; 3(12):716-724). Questa ricerca è stata addirittura proposta da Medscape (organo deputato negli USA anche alla educazione medica) come aggiornamento per i medici di fine anno 2007.
Le più importanti oggi conosciute sono la Leptina, la Adiponectina, la Resistina e la Visfatina. Tutte derivano da una alimentazione che attivi insulinoresistenza, e quindi i principi di una dieta di segnale sono quelli che si possono applicare terapeuticamente per ridurre e controllare la loro produzione.
In pratica signfica che una prima colazione seria e ben fatta, può già essere il primo passo per iniziare un cammino di guarigione che rispetti la fisiologia e la ricerca scientifica più innovativa.