Quando la mamma non ce la fa. Relazioni tra disagio economico e latte materno
La considerazione che le condizioni di vita possano influenzare la salute delle persone non è certo un scoperta, quanto meno l’idea che l’inquinamento, lo stress e le città di solo cemento possano farci ammalare è una consapevolezza abbastanza comune, radicata e dimostrata.
Nessuno però aveva finora studiato in modo preciso il tipo di cambiamenti che intervengono nel latte materno in relazione al variare dello stato economico e sociale.
Una ricerca appena pubblicata sullo European Journal of Clinical Nutrition mette in luce come condizioni economiche disagiate possano influenzare negativamente sia la quantità totale di trigliceridi presenti nel latte (che sono quantitativamente i grassi più rappresentati) sia la percentuale di acidi grassi polinsaturi in un alimento indispensabile come il latte materno.
I grassi polinsaturi del latte materno sono indispensabili per molte fasi dello sviluppo neuronale del neonato, e in particolare per lo sviluppo della retina, del sitema nervoso e dei nervi.
Lo studio (Al-Tamer YY et al, Eur J Clin Nutr 2006 Dec;60(12):1400-5. Epub 2006 Jun 14) è stato recentemente condotto in Iraq (nella zona di Mosul) su donne di estrazione sociale differente: il primo gruppo proveniva da una zona urbanizzata ad alto reddito, il secondo da una regione urbanizzata a basso reddito e l’ultimo da una tipica area suburbana. Il livello più basso di acidi grassi essenziali è stato evidenziato nel gruppo di donne provenienti da zone urbanizzate a basso reddito.
Vivere in una area non urbanizzata o in ambiente cittadino ma con buone disponibilità economiche consente di avere il latte migliore. I latti di peggiore qualità sono quelli correlabili all’ambiente cittadino e a pessime condizioni economiche e sociali.
In particolare è stata analizzata la composizione completa dei lipidi contenuti nel latte delle donne irachene dimostrado appunto che lo stato economico delle madri influenza pesantemente le proporzioni di lipidi nel latte materno e in particolar modo la percentuale di acidi polinsaturi a lunga catena.
In questo non facile momento storico il latte delle donne irachene, confrontato anche con la composizione media del latte di donne occidentali, è carente di importanti fattori nutrizionali, e nel confronto tra i latti delle sole donne irachene, i latti qualitativamente peggiori sono quelli delle donne che vivono in città con un reddito basso.
Una considerazione di questo tipo, utile dal punto di vista conoscitivo, non può comunque condizionare una scelta sostitutiva dell’allattamento, in quanto soprattutto in condizioni disagiate e ad alto tasso di mortalità neonatale, il latte materno mantiene comunque la sua valenza protettiva nei confronti della mortalità infantile.