Ridurre il consumo di carne rossa
Partiamo dal presupposto che l’uomo sia un animale onnivoro, cioè che l’evoluzione abbia selezionato la razza umana per mangiare di tutto, dai vegetali alla carne, dalle uova ai latticini. A questa base evolutiva si sono poi sovrapposti differenti pattern alimentari motivati dalla diverse esigenze economiche o culturali.
In questo senso è facile compendere come in molti paesi il consumo di carne sia ridotto rispetto alle nazioni europee e americane coinvolte nel boom economico. A questo poi è possibile sovrapporre la comparsa di differenti schemi alimentari come il vegetarianesimo che per ragioni etiche o salutistiche prevede di non consumare prodotti alimentari derivati da animali.
Quando si parla di carne è importante distinguere tra le differenti tipologie di carne. Solitamente le carni animali con una più alta percentuale di fibre muscolari rosse sono state definite appunto “carni rosse” mentre quelle con un minor rapporto di fibre rosse sono state chiamate alternativamente carni bianche. Nel primo gruppo rientano la carne di bovino, maiale e agnello mentre tra le carni bianche ricordiamo tutti i volatili come come polli, tacchini e anatre. Il pesce non rietra in questo tipo di suddivisione, anche se statisticamente è bene riportare che ai fini della induzione tumorale il pesce ha effetti preventivi sulla sua comparsa.
La carne riveste un ruolo centrale nelle abitudini alimentari. Proprio per queste ragioni la WCRF ha dedicato a questo tema un’ampia sezione del convegno londinese dei primi di novembre scorso dedicato alla prevenzione tumorale. Le più recenti conclusioni permetto di affermare che un elevato consumo di carne rossa determina un incremento del rischio di sviluppare un cancro al tratto digerente (precisamente a colon, esofago e pancreas), al polmone e all’utero.
Il rischio aumenta poi se consideriamo tutti i processi di cottura e conservazione della carne. In particolare la carne troppo cotta, affumicata, gli affettati e in genere la carne processata è stata correlata ad un aumentato rischio di tumore anche a prostata e stomaco.
Per finire ci sembra però giusto spezzare una lancia anche a favore della “buona vecchia carne rossa”. Oltre a contenere in maniera bilanciata tutti gli amminoacidi indispensabili per l’orgamismo umano, la carne rossa è ricca in ferro biodisponibile, zinco, selenio e vitamine del gruppo B. Proprio per questo siamo convinti che un moderato consumo di carne rossa, evitandone gli eccessi, sia invece pienamente compatibile con una condizione di pieno benessere generale sempre con un occhio di attenzione al rispetto delle personali culture alimentari.