Le relazioni tra cibo e umore
E’ noto come alcuni alimenti abbiano un forte potere di riequilibrio dell’umore. Cioccolato (amaro, non dolce e al latte), banane, albicocche, noci e altra frutta secca: tutti contengono magnesio e alcune sostanze che entrano direttamente nei circuiti cerebrali e favoriscono l’aumento del tono generale.
In particolare, il cacao è ben noto per le capacità di stimolare il buonumore, proprio grazie alla robusta dose di magnesio in esso contenuta (450 mg per 100g), e sostanze quali serotonina, endorfina, anandamide e feniletilammina. Queste non solo hanno una forte influenza positiva sull’umore, lo stress e il controllo della fame (nel caso della feniletilammina), ma stimolerebbero anche le percezioni sensoriali inducendo euforia e una soggettiva sensazione di energia e piacere.
Tra mangiare un cracker o un biscotto e alimenti come quelli indicati la scelta è quindi facile. E soprattutto, sana e decisiva. Anni fa, una ricerca finlandese (Timonen L. et al, Mol Psychiatry, advance online publication, 9 May 2006) sulla depressione giovanile evidenziò come non fosse corretto credere che i ragazzi mangiassero male perché erano depressi, ma anche il contrario: depressi proprio perché mal nutriti. Cibi ad alto indice glicemico, eccesso di carboidrati sulle proteine, junk food (e, magari, poca attività fisica) provocano alterazioni della biochimica cerebrale, favorendo la comparsa di stati dell’umore alterati al punto da portare alla nascita di una vera e propria sindrome depressiva. Quest’ultima è poi legata a doppio filo con l’eccessiva frequenza al fast-food.
Poiché è un fatto del tutto naturale cercar conforto nel cibo nel momento in cui si è di cattivo umore, è dunque importante saper gestire quel momento. A riguardo, è utile far luce anche sul concetto di comfort food. Comunemente vi si tende a vedere il protagonista di un momento ultratrasgressivo con abuso di patatine fritte, snack, dolci, bevande zuccherate. In realtà, uno studio del 2008 della Cornell University ha rivelato come per non poche persone il comfort derivi da sensazioni diverse dalla trasgressione. Si parla di ricordi d’infanzia, di una sana torta della mamma, di zuppe e di sapori particolari. Cibi buoni e genuini, ottimi viatici verso il buonumore e la serenità.
È bene però ricordarsi che l’effetto più potente sullo stato psicoemotivo deriva sempre da una prima colazione ricca, abbondante e fatta con la calma dovuta. Si produce infatti leptina, ormone che stimola adeguatamente tutte le altre funzioni ormonali, attivando gli aspetti positivi della personalità e migliorando il tono dell’umore.