Mamma ha deciso: da oggi tutti a dieta!
Accade in famiglia: un giorno chi si occupa di fare la spesa torna a casa e decide che è l’ora di cominciare una dieta, tutti insieme. Talvolta si spiegano i motivi, qualche altra volta no. Da uno studio pubblicato su Health Psycology risulta che l’uomo medio preferisca il quieto vivere, almeno quando si trova in casa. Così, salvo qualche eccezione, la scelta è quella di assecondare colei (o colui) che si occupa di riempire (o non riempire) la dispensa, anche perché cos’altro si potrebbe fare? Il problema è che, una volta fuori casa, venuto meno il controllo superiore, il (o la) coniuge e gli altri componenti della famiglia tendono a riempirsi lo stomacoin altri modi e a gettarsi nel primo fast food, bar, o supermercato. I risultati di un approccio che imponga una soluzione venuta dall’alto risultano quindi discutibili, soprattutto se la decisione dietetica è volta al dimagrimento (e alla salute) del resto della famiglia o di un suo membro nello specifico.
Come fare dunque, per fare qualcosa per il benessere della famiglia (o della coppia, sposata o di fatto che sia), mantenendo la pace in casa e dimagrendo in maniera sana? La soluzione proposta da Derek Griffith (uno dei ricercatori di quello studio) è quella del dialogo e del confronto. La scelta dovrebbe venire da tutti i componenti del nucleo, per poter essere davvero efficace e la libera scelta resta essenziale.
A questo punto resta da considerare la parte salutare della scelta, perché non è detto che la decisione di “mettersi a dieta” sia la cosa migliore da fare per riuscire a stare meglio tutti insieme, né per dimagrire.
Ciò che generalmente si intende per dieta, e specificamente il fatto di mangiare meno, puntando sulla ristrettezza calorica, è generalmente poco utile e anzi molto dannoso nell’ottica di stare bene e di star bene a lungo. Una dieta ipocalorica infatti fa perdere grasso per un brevissimo momento, all’inizio del nuovo regime, salvo poi abbattere il metabolismo basale (quello che l’organismo consuma e utilizza), consumare muscoli e altro per far fronte ai bisogni essenziali, e far premurare l’organismo di mettere in scorte (e quindi grasso) quasi qualsiasi cosa venga inserita in corpo (fosse anche la coda di sedano). Nulla di buono per la salute, insomma.
Esiste una strada più serena, più gustosa e persino più semplice per farsi del bene e ritrovarsi più magri e più sani. Insomma, una dieta che funziona. Prima di tutto va considerato il ruolo del movimento e in questo caso la funzione del partner può essere essenziale o provvidenziale. Si decida insieme di cominciare a correre o andare in bicicletta ad esempio, aiutandosi vicendevolmente a rispettare l’impegno (senza contare poi l’eventualità di della buona “ginnastica da camera”, come talvolta si usa chiamare l’attività sessuale). Questo permetterà l’innalzamento progressivo del metabolismo basale, permettendo di consumare di più ed essere complessivamente più sani e protetti, anche continuando a mangiare tendenzialmente nella stessa maniera.
Per ottenere tale tipo di risultato sono suggerite le tre ore settimanali di movimento continuato e di tipo aerobico, oppure la mezz’ora quotidiana dello stesso tipo. Un atteggiamento di questo tipo è la base essenziale per un dimagrimento sano di qualunque tipo, con tutto di guadagnato, qualora un cambiamento nell’attività fisica fosse associato anche ad una modulazione del segnale alimentare e nutrizionale. Puntare sulla prima colazione, scegliere carboidrati integrali, fare attenzione alla propria infiammazione da cibo, consumare frutta e verdura, abbinare sempre carboidrati e proteine, sono atteggiamenti che superano la ristrettezza calorica considerando quello che è, per l’appunto, il segnale biologico all’organismo, rendendo più facile convincere chiunque, e più appetibile il fatto di mettersi “a dieta”.