Un dessert per dimagrire?
La notizia è pubblicata sul New York Times, dove viene ripreso il lavoro che verrà pubblicato il 10 marzo su Steroids, giornale internazionale che si focalizza generalmente sulla ricerca legata al segnale ormonale e, per l’appunto, al ruolo degli steroidi in tale ambito.
L’articolo del New York Times racconta di 144 persone obese, di età compresa tra i 20 e i 65 anni, sottoposte a due diverse diete controllate dal punto di vista calorico (1.400 kcal/giorno per le donne e 1.600 kcal/giorno per gli uomini).
La persone sono state divise in due gruppi in maniera casuale. Il destino degli uni e degli altri, pur mantenendo le stesse calorie giornaliere, è stato profondamente diverso.
Il primo gruppo avrebbe fatto una prima colazione ricca in proteine e che avrebbe contenuto tra le altre cose, a piacere individuale, torte, gelato, e altri alimenti generalmente lasciati da parte da chi stia seguendo diete vagamente restrittive. Al secondo gruppo tale goduriosa scelta non era data tra le possibilità.
A tutti i partecipanti erano regolarmente testati i livelli nel sangue di insulina, glucosio, grassi e ghrelina (uno degli ormoni legati al segnale di fame per il cervello).
Per le prime 16 settimane il calo di peso è stato il medesimo nei due gruppi, con una media di circa 32 pound (più o meno 14,51 kg). L’unica differenza rilevabile per i parametri considerati era minor senso di fame per il gruppo con la ricca prima colazione, supportata da minori livelli di ghrelina nel sangue: chi aveva fatto una buona prima colazione, ricca, completa e gustosamente scelta aveva meno fame di chi l’avesse fatta in modo diverso, anche durante il resto della giornata, e a parità di calorie.
Ma non finisce qui. Il bello arriva dopo la sedicesima settimana: nel periodo seguente il gruppo “godurioso” viene incoronato con una perdita di ulteriori 13 pound (5,8 kg circa) di media. Il gruppo con la prima colazione striminzita, invece, ha riguadagnato nella media 3,5 dei pound persi nel periodo precedente.
Sorpresa? In realtà no, le correlazioni tra una buona prima colazione (il che significa ricca e completa) e la facilitazione del dimagrimento a parità di calorie era già nota da tempo.
Tra tutti i lavori scientifici facilmente reperibili da chi ne abbia un minimo di esperienza, si cita qui quello di Schlundt del 1992 nel quale si definisce con precisione come chi faccia prima colazione, a parità di calorie giornaliere totali, dimagrisca il 28% in più rispetto a chi non la faccia.
La novità sta nel fatto che l’importanza della prima colazione sia inserita in un contesto gustoso, che dà spazio ad alimenti spesso ritenuti assolutamente fuori portata per chi voglia dimagrire e che invece, inseriti al momento giusto e in un contesto di equilibrio (la colazione era anche ricca in proteine), sembrano essere davvero accettabili.
Sarà che le “coccole fanno bene all’organismo”…
E se, ancora, a questo studio sembra mancare un’apertura che guardi all’attivazione metabolica andando oltre il numero di calorie, è bello che per una volta si parli anche di gusto e di bilanciamento con le proteine, oltre che, nuovamente, di colazione.