Colon irritabile: quanto è importante cosa si mangia?
DOMANDA
Salve Dottore,sono una ragazza di quasi 21 anni ed è da fine febbraio che ho tolto dalla mia dieta latte e derivati per sospetto intolleranza al lattosio, su consiglio del mio medico di base, perché nell’ultimo periodo ogni alimento con latte mi dava fastidio. Ammetto che nei mesi di gennaio e febbraio avevo esagerato con i latticini tra gelati, formaggi e dolci e questo può avere influito a peggiorare la mia situazione, soffrendo già da anni di colon irritabile con alvo alterno. Ora però dopo più di un mese che ho eliminato quei cibi e non ho più toccato un dolce non vedo molto miglioramento e soffro ancora di colon irritabile anche se mangio controllato e quotidianamente 5 porzioni di frutta e verdura, cosa che ho sempre fatto. Sono sicuramente una persona molto nervosa e in questo ultimo mese sono molto stressata. Volevo chiederle cosa ne pensa in merito, cosa posso fare e se devo riprendere il consumo di latticini. Grazie e saluti.
RISPOSTA
Gentilissima Lettrice,
prima di tutto è importante fare un po’ di chiarezza nei termini: l’intolleranza al lattosio è diversa dall’intolleranza alle proteine del latte. Quando ci si riferisce al lattosio si parla di un’intolleranza enzimatica, cioè manca un enzima (la lattasi) per digerire gli zuccheri presenti nel latte.
Il lattosio non digerito non può essere assorbito a livello intestinale e per effetto osmotico richiama acqua con sintomi che possono ricalcare in tutto e per tutto il colon irritabile.
L’effettuazione di un Breath Test per il lattosio è sufficiente per comprendere se è presente o meno un’intolleranza enzimatica al lattosio.
Diversa invece l’intolleranza alle proteine del latte, che rappresenta a tutti gli effetti una risposta immunitaria determinando una vera e propria risposta infiammatoria da cibo.
L’introduzione sistematica e ripetitiva comporta un aumento dei livelli generali di infiammazione che sfociano poi nei problemi che racconti nella tua lettera. Il dato positivo di un’intolleranza alle proteine del latte, rispetto a un’intolleranza enzimatica, è che la prima po’ essere rieducata con una dieta che rispecchi in tutto e per tutto lo svezzamento infantile.
Questo vuol dire che nella stessa settimana ci saranno dei giorni in cui evitare latte e latticini e dei giorni in cui andranno reintrodotti, magari in piccole quantità. L’eliminazione completa di una classe di alimenti come potrebbe esser quella del latte e latticini non è mai consigliabile perché agisce esclusivamente riducendo temporaneamente l’infiammazione (fino a che per sbaglio non se ne mangi ancora) senza stimolare il recupero della tolleranza.
Considerando che nonostante l’astensione da latte e latticini nell’ultimo mese il colon irritabile non si è risolto completamente potrebbe essere d’aiuto effettuare un test per la diagnosi delle intolleranze alimentari come un Recaller.
In questo modo sarà possibile avere un’idea più precisa del quadro immunologico e comprendere se oltre all’intolleranza al latte è presente un’ipersensibilità nei confronti di un altro gruppo di alimenti come potrebbero essere i lieviti e i prodotti fermentati, il frumento ecc.
In affiancamento è possibile utilizzare del colostro per la sua buona azione di stimolo al recupero della tolleranza. Il colostro è a tutti gli effetti il primo latte materno ed è una sostanza estremamente utile quando è necessario “sistemare la pancia”. Si utilizzerà ad esempio una compressa a prima colazione di IGcomplex o una capsula a metà mattina e una capsula a metà pomeriggio di un prodotto come Probiofor (OTI); per entrambi si seguiranno cicli terapeutici di circa un mese serenamente ripetibili nel corso dell’anno.