Intolleranza a nichel e lattosio: come gestire i due aspetti?

di Davide Maiocchi - Nutrizionista
14 Marzo 2013
Intolleranza a nichel e lattosio: come gestire i due aspetti?

DOMANDA

Sono una ragazza di 26 anni, sono allergica al nichel e da poco ho scoperto di essere anche intollerante al lattosio. Faccio fatica ad organizzare i pasti e non so più cosa mangiare! Avete qualche suggerimento?

RISPOSTA

Gentilissima lettrice,

prima di tutto è importante capire quali sono gli alimenti appartenenti al grande gruppo del Nichel e quali a quello di Latte e latticini, così da riuscire ad organizzarsi nei giorni di dieta.

Detto questo è importante fare alcune precisazioni.

L’intolleranza al lattosio che ha da poco scoperto deve essere analizzata in modo specifico. Il lattosio è lo zucchero presente nel latte che per poter essere assorbito e utilizzato dall’organismo deve essere digerito e scomposto nelle due molecole costitutive: glucosio e galattosio.

Questo avviene grazie all’enzima lattasi. Se si verifica un deficit a carico tale componente, evidenziabile ad esempio tramite un Breath Test, si può parlare di intolleranza enzimatica al lattosio.

Negli Stati Uniti la carenza di lattasi colpisce il 20% circa della popolazione, in Europa la situazione è abbastanza variegata; nell’Europa meridionale i soggetti che presentano tale difetto sono circa il 70%, nell’Europa centrale la percentuale si aggira attorno al 30%, mentre l’incidenza percentuale è decisamente minore nell’Europa settentrionale, dove si attesta infatti attorno al 5%. Non vi sono particolari differenze di incidenza fra sesso maschile e femminile.

Nella maggior parte dei soggetti, la presenza dell’enzima inizia a diminuire a partire dall’età di due anni, ma è abbastanza raro che la sintomatologia si presenti prima dei sei anni di età.

Molto spesso il deficit enzimatico di lattasi si associa a una ipersensibilità alle proteine del latte. La β-lattoglobulina, la β-lattoalbumina e la caseina sone le maggiori responsabili.

L’impostazione di un piano di rotazione settimanale, del tutto simile allo svezzamento infantile, è fondamentale per la rieducazione dell’organismo al recupero della tolleranza alimentare. 

Sarà strutturato prevedendo dei giorni di dieta, in cui non dovrà assumere alimenti contenenti latte e latticini come ad esempio formaggio o biscotti, e alcuni giorni di libertà in cui dovranno essere effettuate delle microreintroduzioni, ad esempio aggiungendo un cucchiaino di latte nel ragù che utilizza per condire la pasta o ancora utilizzando un po’ di latte vaccino nel tè che assume al mattino per fare colazione.

Dato che l’intolleranza pura al lattosio è dose dipendente, non ha senso puntare a una dieta di eliminazione del latte. Piuttosto, nei giorni di libertà, potranno essere utilizzati dei formaggi stagionati (che contengono meno lattosio dei formaggi freschi) o del latte HD (High Digeribility) a basso contenuto di lattosio.

Tutti questi strumenti sono utili per il recupero della tolleranza immunologica, per poter tornare a gustare tutti gli alimenti presenti sulle nostre tavole e avere un’alimentazione più varia e completa.