Latte
Una reattività individuale verso il latte deve essere letta come una reazione immunologica alle proteine del latte e più in generale alle proteine di derivazione bovina.
Molti confondono la reazione immunologica alle proteine del latte con l’intolleranza al lattosio. Quest’ultima è invece un’intolleranza biochimica, dovuta alla carenza di un enzima, la lattasi, che scinde gli zuccheri del lattosio per renderlo digeribile: si tratta di una reazione che può solo portare alla accentuazione di fenomeni intestinali.
La reazione alle proteine del latte e a quelle bovine determina una risposta infiammatoria diffusa, coinvolgendo tutto l’organismo, con emicrania, colite, acne, artrite oltre a gonfiori e difficoltà di digestione.
Latticini di qualunque tipo, anche privi di lattosio, non sono quindi consentiti perché siamo in presenza di infiammazione da cibo dovuta alle proteine del latte in generale. .
La presenza di infiammazione da cibo può stimolare resistenza insulinica e aumento di peso.
La dieta base riguarda non solo il latte, ma anche tutti i suoi derivati. A questo proposito è importante tenere presente che in numerosissime preparazioni dell’industria alimentare il latte è presente sia in quanto tale, sia sotto forma di ”siero di latte, lattosio o proteine del latte”; una particolare attenzione va quindi posta alle etichette che recano le diciture ”siero di latte”, ”lattoalbumina”, ”latto globulina”, ”caseina”, ”lattosio” o ”proteine del latte o vaccine”.
Va controllato il latte di tutte le specie animali: qualunque ne sia l’origine, c’è una parte terminale della molecola della lattoalbumina che è rimasta identica nell’evoluzione delle diverse specie viventi, che può determinare reazioni crociate nel giro di pochi giorni.
Oltre al latte e ai suoi derivati, nei giorni di dieta si escluderà anche la carne bovina che in molti casi determina un aumento dell’infiammazione da cibo in chi ha una reattività alle proteine del latte.
Anche in assenza di una reattività specifica, poiché il latte e i latticini sono (insieme al lievito, al sale e al frumento) tra i componenti alimentari più comuni sulle tavole degli italiani, vale la pena di considerare la possibilità di un giorno settimanale di ”astinenza” per liberare l’organismo da un eventuale sovraccarico, non solo dall’alimento in sé ma anche da molti degli inquinanti che spesso contiene (per esempio gli antibiotici utilizzati nell’allevamento del bestiame)
Latte e suoi derivati: qualsiasi tipo di latte fresco o a lunga conservazione anche se privi di lattosio (tipo accadì), panna, yogurt, burro, qualsiasi tipo di formaggio sia fresco sia stagionato (mozzarella, ricotta e parmigiano compresi) e ogni tipo di latte comunque preparato (in polvere, aromatizzato, maltato, condensato, ecc.).
Carne bovina: sia fresca (manzo, vitello, scottona ecc…) che conservata (bresaola, carne salata, carne in scatola…), brodo di carne, estratti di carne, dadi da brodo con estratto di carne, ragù e salse pronte.
Prodotti di pasticceria e dolci: biscotti, cioccolato al latte, pasta frolla, merendine, brioches, cialde, miscele per torte, alcuni tipi di crackers, dolciumi in genere, come i gelati, le creme, il caramello, i budini ecc., alcune miscele di fiocchi di cereali o muesli e alcuni pani speciali tipo il pan carré (è bene informarsi direttamente presso il proprio panettiere o leggere attentamente l’etichetta).
Salumi e insaccati: prosciutto cotto, salame, mortadella, salsiccia, würstel, possono contenere latte per cui verificare sempre l’etichetta o chiedere al salumiere poiché molti prosciutti cotti sono garantiti come privi di latte alla produzione e in questo caso è possibile utilizzarli. Bresaola e carne salata sono da evitare perché si tratta di carne bovina.
Prodotti confezionati per l‘infanzia: biscotti, alcune pastine, molti omogeneizzati, liofilizzati, farine lattee.
Prodotti dietetici, iperproteici e vitaminici, e integratori salini per sportivi: molti di questi prodotti sono derivati da proteine del latte (va quindi controllata bene in etichetta l’eventuale presenza di caseinati, siero di latte, lattosio, ecc.).
Numerosi farmaci contengono lattosio tra gli eccipienti: non sempre il lattosio proviene estrattivamente dal latte, e quindi sarà il medico ad indicare la eventuale necessità di cambiare i farmaci utilizzati. Non interrompere eventuali cure in corso; chiedere al proprio medico curante la possibilità eventuale di sostituire il farmaco contenente lattosio con analogo che ne sia privo.
Molti prodotti di cosmesi.
Vale la pena di segnalare che se il latte (soprattutto quello di provenienza biologica) è un alimento molto sano, ricco di nutrienti importanti e ottimamente assimilabile quando non esistano reattività specifiche, per i soggetti con reazione infiammatoria avversa al latte può invece essere fonte di numerosi problemi.
Alternare la presenza di latte sulla tavola non comporta problemi particolari per chi si affetto da osteopenia o osteoporosi poiché numerosi alimenti anche di origine vegetale sono un’ottima fonte di calcio.