I cereali per indurre tolleranza
I cibo induce tolleranza immunologica. Quanto diciamo da tempo, che cioè non si deve mai eliminare un cibo dalla alimentazione, ma stimolare la sua reintroduzione secondo precise modalità assimilabili a quelle dello svezzamento del bambino, trova conferme sempre più ampie.
Sul Journal of Allergy and Clinical Immunology è stata pubblicata una ricerca dai contenuti estremamente intriganti, sul piano scientifico e filosofico, che ribadisce questo concetto. Un gruppo di allergologi della Mayo Clinic, a Rochester, ha infatti evidenziato che ogni cereale è in grado, per sé, di indurre nel sistema immunitario una risposta tollerogena, che porti quindi alla accettabilità da parte dell’organismo della sostanza alimentare introdotta nella alimentazione (Yamazaki K et al, J Allergy Clin Immunol 2008 Jan;121(1):172-178.e3. Epub 2007 Oct 24).
Ogni singolo cereale è infatti in grado di attivare la produzione di IL10 (l’interleukina che stimola la tolleranza) e contemporaneamente di inibire la produzione di IL5, IL13 e IFN gamma (interleukine allergizzanti).
Questo dimostra che la regolazione dell’equilibrio immunologico non è legata solo alla azione dell’ambiente intestinale (come si è creduto fino ad oggi dando eccessivo valore alla azione ad esempio dei batteri intestinali), ma che dipende dalla stessa azione degli alimenti. In particolare noi riteniamo che questo tipo di azione sia profondamente connesso alla presenza dei panallergeni che consentono di attivare azioni di modulazione della tolleranza verso tutti i possibili allergeni esistenti.
Ovviamente questo ripropone le polemiche in atto sulla possibile terapia delle forme di celiachia. A dispetto della indicazione genetica, la presenza di una azione induttiva di tolleranza presente nel frumento stesso, dovrebbe diventare, come già in alcuni centri viene attuato, uno stimolo a valutare le possibili forme di recupero della malattia, anzichè intestardirsi cocciutamente nella percezione ascientifica che la celiachia sia solo un difetto immodificabile.
Questo può anche essere vero in alcune occasioni, ma è oggi sempre più forte dal punto di vista scientifico l’impulso a cercare nuove strade che portino verso la guarigione.