Passeggiate e cene sociali per vivere più a lungo
Viene pubblicato sul British Medical Journal e ripreso da un articolo su Journal Watch, uno studio volto ad analizzare la chiave della longevità dopo i 75 anni.
Aggiustando per l’età dei partecipanti i risultati ottenuti dall’analisi longitudinale (i pazienti sono stati seguiti per 18 anni) condotta su anziani residenti in Svezia, si è ottenuto come gli elementi che più allungavano statisticamente la vita fossero il fatto di non aver mai fumato piuttosto che di averlo fatto, il fatto di aver bevuto alcol piuttosto che non averlo mai fatto, quello di essere normopeso piuttosto che sottopeso, il fatto di avere una rete sociale “ricca”, e il fatto di essere coinvolti in attività di piacere con risvolti sociali, mentali, fisici e produttivi.
È da tenere in particolare considerazione che tali considerazioni siano, secondo lo studio, valide sia per gli anziani sani, che per quelli con malattie croniche.
È sorprendente notare come l’ultima considerata tra tali variabili sia in realtà la più influente sul risultato finale, con un massimo di 2,3 anni di guadagno vitale in chi è coinvolto in attività socialmente produttive e fisicamente e mentalmente impegnative, rispetto al resto dei partecipanti allo studio.
La sfera sociale è tra gli elementi più importanti nella salute dell’individuo e gli studi che analizzano la mortalità rispetto al fatto o meno di avere una relazione di coppia, sono molti e ben supportati. Di base, chi ha una relazione, vivrebbe significativamente di più di chi non ce l’abbia.
La novità dello studio di cui sopra è stato, nell’età più avanzata, analizzare il ruolo dell’interazione sociale (in questo caso con risvolti anche di impegno fisico), a prescindere dallo stato di coppia dell’individuo. La ricerca dona speranza a chi, anche in più giovane età, si ritrovi o si sia ritrovato fondamentalmente disaccoppiato: lo stato delle relazioni sociali conta in maniera significativamente importante.
Così il medico potrebbe trovarsi a prescrivere una cena convivialmente produttiva, passeggiate di gruppo o lavoro di beneficenza nel giovane quanto nell’adulto o nell’anziano, tanto più nel momento in cui sia presente un qualche tipo di malattia cronica.
Se è vero che una mela al giorno non basta più ad assicurare una vita lunga e in salute, la relazione interpersonale e sociale impegnativa mentalmente e fisicamente potrebbe rappresentare la nuova base di tale corrente di pensiero e per una vita sana, felice, serena, e significativamente di durata maggiore.