Controllare l’infiammazione per impedire al cancro di diffondersi
Eurosalus ha spesso riportato articoli relativi agli studi del World Cancer Research Fund (WCRF) sulla connessione tra infiammazione e cancro, tema caro al ricercatore italiano Alberto Mantovani, che ha tracciato in questo senso i primi percorsi scientifici a livello mondiale ancora negli anni ’80.
Si tratta di una delle più importanti acquisizioni scientifiche con concreti aspetti pratici che oggi possono consentire a chiunque di mettere in moto quei meccanismi di difesa dal cancro che nascono dalle proprie abitudini, dal cambio dei comportamenti alimentari e dallo stile di vita.
È utile partire dagli studi di Pollard pubblicati nel 2006 su Cancer Research, in cui si documenta che la presenza di un’infiammazione facilita la produzione di nuovi vasi che come strade portano i “rifornimenti” alle metastasi.
L’infiammazione e la presenza di alcune citochine infiammatorie determinano quindi una maggiore possibilità di sviluppare metastasi e ovviamente, il fatto di controllarla riduce la frequenza di diffusione a distanza del tumore originario.
Lo stesso gruppo di lavoro di Pollard arriva a definire, più di recente, che la presenza di infiammazione è la vera causa del passaggio di una forma tumorale iniziale verso la forma maligna dello stesso (Nguyen AV et al, Neoplasia. 2013 Sep;15(9):998-1008).
Per comprendere poi come alcuni mediatori dell’infiammazione e dell’allergia possano essere importanti nel controllo dell’avanzamento tumorale, si possono citare i lavori statunitensi che segnalano come l’istamina possa stimolare e regolare la progressione tumorale (Martin RK et al, J Leukoc Biol. 2014 Jul;96(1):151-9. doi: 10.1189/jlb.5A1213-644R. Epub 2014 Mar 7) e finire con gli studi recentissimi pubblicati su Leukemia & Lymphoma in cui si riconferma quanto sia importante per la crescita tumorale la regolazione fine della produzione di istamina (He S et al, Leuk Lymphoma. 2015 Jan 27:1-9. [Epub ahead of print]).
Gli allergici, o quelli che sviluppano una reazione infiammatoria in connessione con l’ambiente, come nel caso dell’infiammazione da cibo, sanno di avere a disposizione un’arma potente per aiutare l’organismo ad organizzare al meglio la propria difesa.
Si tratta di una notizia ottima perché capire il significato di questi lavori rende possibile, per chiunque riceva una diagnosi di tumore, delle opzioni aggiuntive alle terapie classiche per potere rendere più attiva la terapia in corso e soprattutto ridurre le condizioni di peggioramento che sono spesso incomprese.
Noi studiamo specificamente attraverso test come Recaller le condizioni infiammatorie dell’organismo.
Il tema delle cosiddette “intolleranze alimentari” è stato ormai superato dalla evidenza dei segnali infiammatori che l’eccesso individuale nella assunzione di alcuni gruppi alimentari può determinare. Citochine infiammatorie come il BAFF, ad esempio, possono alzarsi nell’organismo quando si eccede nella assunzione di alcuni alimenti.
Il controllo dell’infiammazione indotta dal cibo può contribuire a rendere meno infiammato l’intero organismo ed evitare l’infiammazione cronica che i lavori segnalati indicano come rischiosa.
Questo avviene anche perché il controllo del BAFF riduce la resistenza insulinica e migliora il metabolismo cellulare.
È ormai certo che il controllo della resistenza insulinica, cioè perdere della massa grassa quando è in eccesso, migliora la prognosi in qualsiasi malattia tumorale. Da anni noi seguiamo nel nostro centro di Milano le persone che stanno effettuando terapie antitumorali o sono sotto chemioterapia o altre forme di trattamento con percorsi terapeutici specifici che aiutino a raggiungere questo obiettivo (controllo della massa grassa) nell’ottica di ridurre l’infiammazione e di migliorare la capacità difensiva ell’organismo.
Si tratta di un messaggio positivo perché rimarca l’importanza per ogni persona di mettere in moto quelle scelte di tipo alimentare che consentano di attivare le proprie risorse.
Il cancro, come abbiamo recentemente discusso criticando con forza una pseudoricerca, non è una questione di sfortuna. Con le scelte dello stile di vita si può arrivare ad una difesa del proprio organismo in modo efficace funzionale e sostenibile.
Ogni persona, attraverso le proprie scelte, può modulare il proprio sistema immunitario e dare una mano al proprio organismo, anche di fronte ad una diagnosi gravosa, per recuperare il benessere e mantenere il proprio stato di salute.