Visibili inVisibili: quando l’arte parla di vita
Margherita Lazzati è una spettatrice del nostro tempo, l’anima di una macchina fotografica viaggiante, che cattura istanti invisibili e ne crea percorsi emozionanti.
Eurosalus ha per la prima volta parlato di lei presentando il calendario frutto della sua passione e della collaborazione col carcere di Opera. Le foto da lei presentate in quell’occasione erano state parte di un lavoro fatto con i reclusi, di costruzione immaginaria e poetica.
Il 27 febbraio alle 17.00, la rinomata fotografa inaugurerà la mostra di una selezione delle proprie foto, in un percorso titolato “Visibili inVisibili. Reportage”.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Galleria l’Affiche di Milano, sarà fruibile fino al primo di aprile, presso la Fondazione Culturale Ambrosianeum, in via delle Ore 3, a Milano.
Il “Reportage”, come lo chiama l’autrice delle foto, è molto più degli scorci milanesi che rappresenta. Fermi sulle immagini sono rimasti catturati frammenti di vita.
Il movimento, come confessa la fotografa, è l’anima stessa delle sue foto: movimento significa cambiamento e il cambiamento è vita.
Ecco che i palazzi e le vie cominciano a respirare, in un tutt’uno con chi li abita. Un senzatetto, che ha fatto della meravigliosa Stazione Centrale la propria casa, uno sfuggente Duomo che sembra correre, urlare, danzare, sono rappresentati.
Poco lontano, tocca a una delle vie antiche che, come i propri cittadini, ha visto la propria città crescere e mutare.
Ciò che è spesso invisibile, come un senzatetto, o il continuo cambiamento, è catturato dallo scatto e continua a respirare nelle foto da macchina digitale di Margherita Lazzati, diventando visibile, agli occhi di chi guarda.
La salute passa anche da questo e spesso si confronta con cambiamenti che si sente di poter solo vedere o osservare.
Nelle foto della raccolta, il cambiamento è silenzioso e tranquillo come la sera, giocoso e urlante come una stella cometa, e addormentato, lontano dalla vista, pronto ad essere riportato vicino alla coscienza, con umanità.
Il cambiamento si può anche vivere: è restando nel proprio presente che, come nello scatto di una fotografia o nella meditazione, si riconosce, infine, di essere in vero, continuo e attivo movimento.