Sinusite: quando gli antibiotici non servono
Una consuetudine medica è quella di trattare una sinusite cronica con antibiotici per via generale. Basta vedere un po’ di secrezione nasale e percepire qualche linea di febbre per ritrovarsi una prescrizione antibiotica talvolta prolungata.
Da alcuni anni il tema del trattamento per questo tipo di disturbo è oggetto di un acceso dibattito, anche perché l’uso prolungato di farmaci antibatterici è assolutamente inutile quando la causa prima di una sinusite è quasi sempre solo virale (e in quel caso gli antibiotici sono quindi del tutto inutili).
Nel corso del 2012 numerosi lavori scientifici hanno confermato questa indicazione. Un lavoro pubblicato su Clinical Infectious Disease da un gruppo di ricerca dell’Università di Pittsburgh ha analizzato una serie di pazienti che presentavano i sintomi classici della sinusite. Solo nel 60% dei casi la TAC confermava la sinusite secondo i criteri diagnostici radiologici. Solo il 10% di tutto il gruppo mostrava secrezione purulenta all’ispezione nasale e solo il 3% di questo gruppo evidenziava una positività culturale per un qualsivoglia batterio.
Vuol dire che solo il 3% dei pazienti con sinusite avrebbero potuto avere un beneficio dal trattamento antibiotico, mentre il 97% potrebbe averne ricevuto un danno.
Si tratta di una percentuale molto elevata che obbliga una riflessione sul tipo di trattamento da utilizzare di fronte ad una sinusite. Non è casuale che l’uso di prodotti naturali come l’Olio essenziale di Melaleuca, Sinalia (utile sia in caso di rinite e sinusite allergica che in caso di reazione da virus), e Olio di Perilla (sempre utile in tutte le reazioni infiammatorie, batteriche, virali o allergiche che siano) consentano spesso un recupero dello stato di benessere ben più rapido di quello indotto dalle terapie classiche.
Fortunatamente il mondo sta cambiando e anche le linee guida per il trattamento della sinusite si sono modificate, avvertendo che oltre il 90% delle sinusiti sono all’origine virali e segnalano l’inutilità dell’uso protratto di antibiotici o cortisonici.
Poiché questo per ora non corrisponde alla pratica clinica “sul campo” è bene che almeno sul piano della prevenzione si mettano in atto quegli strumenti naturali suggeriti per difendersi dalla comparsa di infezioni nel migliore dei modi.