Dieta di eliminazione: come recuperare la tolleranza?
DOMANDA
Buongiorno,ho seguito una dieta di eliminazione di grano, lieviti, salicilati e formaggi fermentati per intolleranza alimentare e ora però vorrei passare a una dieta a rotazione, ma ho avuto seri problemi nel reinserimento. Avete qualche consiglio da darmi?Grazie.
RISPOSTA
Gentile Lettrice,
molto spesso, in seguito alla presenza di diversi sintomi che vanno dal mal di testa al gonfiore eccessivo dopo il pasto, o a una cattiva digestione, siamo portati a individuare in modo autonomo oppure a verificare in modo più preciso la presenza di eventuali sensibilità alimentari attraverso vari tipi di test.
Il percorso che poi viene intrapreso nella stragrande maggioranza dei casi è purtroppo quello di eliminare quei cibi che creano fastidio e acuiscono il sintomo per evitare che esso si ripresenti in futuro.
Se in un primo momento questo aspetto è in parte confermato dal fatto che la sintomatologia regredisce o si azzera totalmente, questo non avviene nel medio e lungo periodo.
Infatti, se protratte nel tempo, le diete di eliminazione aumentano il rischio di reazioni in caso di reintroduzione accidentale dell’alimento, come se l’astensione prolungata da un certo tipo di antigene presente in quegli alimenti mettesse il nostro organismo in una situazione di pericolo.
Ecco perché è fondamentale impostare un percorso alimentare che si basi sul recupero della tolleranza, attraverso un piano di rotazione specifico che preveda sin da subito l’alternanza di giorni di astensione da quegli alimenti o gruppi di alimenti che descrive nella domanda a giorni in cui sarà fondamentale reinserirli in piccolissime quantità.
In questo modo ricreiamo quella condizione di tolleranza alimentare e immunologica che sarà determinante per vivere al meglio e coltivare un rapporto di sana amicizia con il cibo.
Uno degli effetti positivi della dieta di rotazione rispetto a quella di eliminazione è il controllo delle reazioni infiammatorie senza la perdita di tolleranza nei confronti dell’alimento.
Nel nostro centro, SMA di Milano, ci occupiamo da anni di fornire un supporto specifico e mirato che favorisca il recupero della tolleranza in modo armonico e graduale, attraverso dei percorsi terapeutici mirati.
Per poter reinserire in modo bilanciato e senza paura alimenti che ha tolto per diverso tempo dalla sua alimentazione è necessario seguire un piano specifico di rotazione che sarà del tutto simile allo svezzamento del bambino.
Nei primi 15-20 giorni è importante effettuare almeno 2-3 microreintroduzioni mirate su lieviti, frumento e salicilati nel suo caso specifico, gestendo al meglio i carichi per evitare l’accumulo di sostanze che potrebbero infiammare l’organismo.
Se la gestione del gruppo alimentare dei lieviti e di quello del frumento sono del tutto simili (si partirà dal reinserire all’interno dei pasti liberi un boccone di pane integrale o 2 penne di frumento per poi incrementare le quantità gradualmente), differente risulta essere l’assunzione di alimenti contenenti salicilati naturali.
In questo caso l’obiettivo è controllare la soglia di assunzione fissata a 2,60 mg/die nei giorni di dieta, che corrispondono a circa 2 arance medie.
I salicilati naturali sono naturalmente presenti in quantità elevata in alcune preparazioni alimentari e in molti tipi di frutta e verdura. Non sono presenti invece nei cereali, nella carne, nel pesce, nel latte, nelle uova e nei formaggi (con la sola eccezione di mozzarella, camembert e gorgonzola che ne contengono una quantità minima e tuttavia da considerare).
Le persone normalmente possono avere reazioni di tipo irritativo se superano un dosaggio di 12-15 mg di salicilati al giorno. Questo spiega perché è possibile ad esempio che mangiando 5-6 lamponi non si abbiano particolari reazioni mentre con l’assunzione di una dose abbondante di fragole, lamponi o di frutti di bosco si possa verificare un’eruzione cutanea.
Per poter gestire al meglio un percorso di reintroduzione specifico su frumento, salicilati naturali e alimenti lievitati (formaggi compresi), riporto qui di seguito un esempio di giornata di microreintoduzione, in modo da avere già una linea guida precisa:
- Potrà creare la sua colazione, partendo con della frutta di stagione che comprenda una fragola e una pera che abbinerà a dei cereali integrali (mais, miglio, grano saraceno) e del latte di soia da aromatizzare in modo naturale con della cannella reale; potrà poi arricchirla con 1 o 2 uova strapazzate e cotte aggiungendo un pizzico di curcuma prima di fine cottura.
- Per continuare le reintroduzioni, a pranzo potrà creare una colorata e sfiziosa insalata di riso integrale multicolore con zucchine, carote, peperoni a listarelle e del tonno o del salmone a cubetti, sfumato precedentemente con del vino bianco e 1 cucchiaino di succo d’arancia.
- Per una cena leggera, possiamo concederci una fetta di petto di pollo impanata con del pane integrale e adagiata su un letto di fagiolini da accompagnare a qualche fettina di polenta alla piastra e dei pomodorini pachino freschi.
Non mi resta che augurarle buon appetito e un buon recupero della tolleranza.