Ipersensibilità al latte: come integrare il calcio?
DOMANDA
Ho una bimba di due anni con eczema al viso, ho eliminato dalla sua dieta latte e latticini sostituendoli con latte di riso/soia con aggiunta di calcio e yogurt di soia. L’eczema è sparito, ma la mia preoccupazione è che possa essere carente di calcio. Come posso integrare la sua alimentazione per sopperire al bisogno di calcio in relazione alla sua età?
RISPOSTA
Gentile Lettrice,
sono molti i bambini che fin dai primi anni di vita presentano una certa reattività a latte e latticini. Eliminandoli, però, subentra la paura di una carenza nutrizionale con possibili ripercussioni sullo sviluppo delle ossa, dei denti e più in generale, della salute.
Se consideriamo il contenuto medio di calcio del tessuto osseo e la velocità di crescita, nei bambini fra 1 e 10 anni, la quota giornaliera di calcio necessaria per l’accrescimento scheletrico si aggira intorno a valori di 400-550 mg di calcio al giorno (Commission of the European Communities, 1993).
Tuttavia, alcuni studi effettuati utilizzando il metodo del bilancio del calcio hanno evidenziato che quantità più elevate del minerale possono essere trattenute dall’organismo e deposte nello scheletro. Alla luce degli studi effettuati, la quantità di calcio giornaliera raccomandata dai LARN è di circa 800 mg al giorno per i bambini da 1 a 6 anni e di 1 g al giorno dai 7 ai 10 anni.
Latte e latticini sono notoriamente le principali fonti di calcio, tuttavia esistono molti altri alimenti che ne sono ricchi e che opportunamente combinati ci aiutano a raggiungere le adeguate quantità di calcio.
Legumi e frutta secca ad esempio sono tra gli alimenti che ne contengono di più e si prestano a svariate ricette appetibili anche ai più piccoli.
Molte erbe aromatiche come il rosmarino, la salvia, il prezzemolo e il basilico hanno un elevato contenuto di calcio. Un piatto di pasta integrale condito con un pesto preparato con 60 g di basilico e 1 cucchiaio abbondante di pinoli, senza parmigiano, supera tranquillamente i 200 mg di calcio.
Durante tutto l’arco dell’anno si trovano molti tipi di verdura e frutta con un discreto contenuto di questo prezioso minerale: cavoli, broccoli, carciofi, spinaci, finocchi, fragole, more, mirtilli, fichi, uva, kiwi e albicocche, per citarne alcuni.
Immaginiamo una giornata tipo senza latte e latticini e proviamo ad arrivare alla quota consigliata.
Una prima colazione con 150 ml di latte di soia fortificato con calcio o yogurt di soia, pane e crema di nocciole (senza latte), con un kiwi piccolo o 1 albicocca, supera i 250 mg di calcio.
Se consideriamo gli spuntini composti da un frullato di latte di riso fortificato e mirtilli o 2 fichi secchi con qualche mandorla, sono altri 200 mg.
A pranzo, un piatto di riso e ceci con rosmarino, una frittata di spinaci e un grappolo d’uva sono quasi 300 mg.
A cena passato di verdure completo di piselli e fagioli, un crostino di pane con crema di sesamo (100 g di tahin contengono più di 800 mg di calcio), un po’ di tofu oppure del pesce azzurro con verdure (carciofi, finocchi, broccoli) e una manciata di more ci permettono di superare abbondantemente gli 800 mg di calcio richiesti.
L’utilizzo di bevande vegetali fortificate con calcio (ad esempio il latte di soia o di riso) può essere utile, anche se non indispensabile, per i bambini più piccoli, poiché consumano porzioni di cibo ridotte rispetto all’adulto.
Tuttavia, recentemente si è scoperto che il calcio contenuto nell’acqua, al contrario di quanto si pensasse, viene assorbito. Dunque a un’alimentazione attenta spesso è sufficiente affiancare il consumo di acque bicarbonato-calciche con un contenuto di circa 300 mg per litro.
Altrettanto importante è invece limitare il consumo di svariati alimenti confezionati e di bibite gassate e non (aranciate, cole, tè ecc.), che presentano come conservante l’acido ortofosforico. L’acido ortofosforico non solo riduce l’assorbimento del calcio, ma ne favorisce il prelievo dalle ossa.
Superato il problema della quantità di calcio, è importante considerare altri fattori: la vitamina D, fondamentale per l’assorbimento e l’utilizzo del calcio e l’attività fisica, come stimolo trofico per lo sviluppo delle ossa.
La vitamina D si trova in buone quantità solo in pochi alimenti animali, come l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (salmone, aringa, ecc.), il fegato dei mammiferi, il burro e i formaggi particolarmente grassi, ma il nostro corpo è capace di produrla da solo a partire dal colesterolo, grazie all’aiuto dei raggi solari. Facendo giocare i bambini all’aria aperta uniremo l’utile al dilettevole.
Pur avendo a disposizione delle fonti di calcio alternative, il mio suggerimento è comunque di provare a reinserire gradualmente i latticini nella dieta di sua figlia.
L’obiettivo è cercare di indurre una certa tolleranza immunologica nei confronti di latte e derivati e permettere alla sua bambina di mangiare una fetta di crostata alle feste di compleanno, senza effetti indesiderati.
Da anni nel nostro centro (SMA di Milano) chi presenta problemi di infiammazione da cibo viene seguito e accompagnato verso la guarigione attraverso uno specifico percorso terapeutico.