Il sole buono fa bene al cuore e fa bene alla pelle
Quando otto anni fa scrissi il primo articolo sulla psoriasi parafrasando l’ormai nota canzone di Venditti, mai avrei immaginato di riscontrare una così fortunata serie di coincidenze sulle reciproche interferenze di questi due organi tanto importanti (pelle e cuore), quanto ancora misconosciuti.
In questi anni ho assistito incredulo all’utilizzo di cellule staminali cutanee (fibroblasti) innestate nel cuore infartuato per trasformarle in cellule cardiache vere e proprie, all’utilizzo della vitamina D come regolatore della psoriasi e di altre malattie cutanee, scoprendo ora che il sole sembra proteggere il cuore dall’infarto, grazie alla capacità (unica!!!) della pelle, di produrre questa preziosa vitamina.
È interessantissima la pubblicazione dell’American Heart Journal di una raccolta di evidenze scientifiche del Newcastle Biomedical Research Center sulla protezione che la vitamina D eserciterebbe nei riguardi dell’infarto acuto e delle malattie coronariche che rappresentano la principale causa di morte nei paesi occidentali.
Sappiamo già che diversi fattori svolgono un ruolo importante nell’insorgenza degli eventi cardiovascolari (età, sedentarietà, fumo, dieta scorretta, ecc.); ci stupisce, oggi, scoprire che questo micronutriente, fondamentale per la regolazione dei livelli di calcio, importante per la funzionalità di molti organi e tessuti, agisca anche sul sistema cardiovascolare: una sua carenza, infatti (con valori sierici inferiori a 20 ng/ml) causata da inadeguata esposizione al sole, uso eccessivo di creme solari, patologie epatiche e renali ed età avanzata, sembra associata a un incremento della morbilità e della mortalità per Malattie Coronariche.
La causa, anche questa volta, è l’infiammazione cronica delle arterie coronariche, le loro alterata funzionalità endoteliale e di conseguenza il loro irrigidimento.
Utile quindi controllare l’infiammazione, utilizzare un’eventuale supplementazione di vitamina D3 e, soprattutto, esporre regolarmente al sole, anche per pochi minuti al giorno, piccole zone cutanee e per poco tempo, ma è importante esporsi.
Troppo poco sole, infatti, fa male al cuore, tanto quanto il troppo sole.
Se si passano mesi senza incrociare un raggio di sole, la nostra pelle, come un pannello solare, non potrà ricaricarsi e produrre quella preziosa vitamina che regola il calcio, ma anche i telomeri, l’apparato circolatorio e quello cardiaco.
Basterebbe esporre al sole pochi centimetri di cute al giorno per scongiurare rischi ben peggiori.
Da anni mi batto per sensibilizzare i pazienti alla foto-protezione, ma attenzione… Quando serve!
Inutile indossare la corazza per andare a dormire. La nostra pelle, come il nostro cuore (e la nostra mente) danno il meglio e vivono più a lungo quando sono in equilibrio, non agli antipodi degli eccessi.
Il mio allora è un invito spassionato a concedersi qualche minuto al giorno in tutte le stagioni, di “sana esposizione”: protetta se protratta ed in orari, mesi e latitudini pericolose, ma libera e “nuda” nei periodi tardo pomeridiani e mattutini o per brevi periodi o nei mesi invernali.
Anche il vostro cuore vi ringrazierà!