Vinitaly: bere poco e meglio fa bene alla salute
Si beve meno e meglio. Per analizzare questa nuova tendenza legata al consumo del vino in Italia, si tiene proprio oggi a Verona, in occasione di Vinitaly , un convegno che analizza il vino nel mercato globale.
Dalle 15 in poi, con la guida della sociologa Marilena Colussi e l’intervento di enologi autorevoli, si parla, tra le altre cose, dell’evoluzione del vino in Italia e all’estero, a partire dalla ricerca commissionata da Confagricoltura all’istituto GPF.
Lo studio che verrà presentato oggi, che ha visto la partecipazione di esperti e nutrizionisti come il Dott. Attilio Speciani, indica chiaramente che il nostro paese ha con il vino un approccio unico nel suo genere: per gli italiani non ha infatti soltanto un valore nutrizionale, ma anche di socialità, cultura e intrattenimento. Tutti fattori che contribuiscono a mantenere la sana abitudine del bere poco, bene e in modo costante. L’ideale, cioè, per garantire e moltiplicare gli effetti benefici del vino, dal resveratrolo alla funzione di filtro per le arterie. L’importante è non eccedere e non concentrare mai le bevute.
L’occasione è utile anche per fare il punto sulle innovazioni tecnologiche e produttive dei vini italiani. Il vino da coltivazione biologica, per esempio, è sempre meno un prodotto di nicchia. Molti vitigni fanno un uso sempre più responsabile delle sostanze chimiche, su richiesta degli enologi stessi che hanno a cuore la qualità dei vini.
Una curiosità: il campione di 2500 individui intervistati ha stilato una classifica dei vini più graditi: al primo posto ci sono i vini rossi, seguiti dai bianchi frizzanti e dai rossi leggeri. All’ultimo posto ci sono gli spumanti secchi e i vini dolci. Questione di mode, ma anche di un desiderio di sperimentare aromi nuovi e provenienze diverse. Con gusto.