Quando la tiroide impazzisce per effetto degli zuccheri
Gli effetti della glicazione, dovuta ad un eccesso individuale di zuccheri e di sostanze assimilabili, come sono dolci, zucchero, fruttosio, eccessi di frutta, alcol, dolcificanti, polioli e carboidrati raffinati, sono ormai conosciuti in molti dettagli e stanno facendo prepotentemente ingresso nella conoscenza medica e scientifica.
La pratica medica e clinica è ancora lenta nel recepire queste novità ma molti ricercatori e terapeuti hanno comunque iniziato a muoversi in questa direzione ottenendo negli ultimi tempi risultati di forte impatto sia per la terapia che per la prevenzione di moltissime malattie.
Su queste pagine abbiamo pubblicato numerosi richiami sul rapporto tra zuccheri e tiroide, come “Guarire la tiroide controllando zuccheri e glicazione” e “Quando le tiroiditi (Hashimoto e le altre) dipendono da quello che si mangia”, articoli che possono aiutare a comprendere a fondo i legami tra alimentazione e patologia.
Il primo articolo spiega che le alterazioni del metabolismo, in molti casi possono dipendere dagli zuccheri e non dalla tiroide; l’esatto contrario di quanto per anni si è spesso pensato. Non è la tiroide che funziona poco a determinare ingrassamento ma può essere invece l’opposto, che cioè ingrassando e mangiando male si predisponga la tiroide ad ammalarsi.
Inoltre, all’inizio del 2022 abbiamo riportato su Eurosalus uno studio recentissimo che spiega perché la glicazione rappresenta un meccanismo con cui il tumore si difende, perché evita, attraverso uno schermo zuccherino, di essere aggredito dal sistema immunitario. Questo tema, discusso nell’articolo “Zuccheri e tumori: una relazione sempre più stretta” si riferisce a tutti i tipi di forma tumorale, ma la ricerca ha evidenziato una relazione specifica e diretta tra il Metilgliossale (sostanza glicante che si può facilmente misurare con il Test PerMè o con il Glyco Test) e i due tumori tiroidei più importanti, il tumore anaplastico e quello papillare.
Nel settembre 2021, una pubblicazione del Journal of Clinica Medicine ha rilevato l’azione di tutti i prodotti di glicazione, ed in particolare del Metilgliossale, nella induzione e progressione dei tumori tiroidei (J Clin Med. 2021 Sep 10;10(18):4084). I prodotti di glicazione inducono la sintesi di interleuchine, di fattori di crescita e di citochine che influenzano lo sviluppo di metastasi, lo sviluppo di nuovi vasi e e la proliferazione del cancro.
Ma già su Cells, nel giugno 2019, un gruppo italiano del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Perugia aveva definito il fatto che proprio il Metilgliossale fosse un fattore di stimolo del tumore anaplastico tiroideo (Cells 2019 Jun 6;8(6):547).
Le conferme di quanto la glicazione sia coinvolta nella gestione degli equilibri di ogni organismo sono quindi sempre più precise e inconfutabili. Si tratta di trasformare queste conoscenze in una prassi positiva che aiuti prevenzione e terapia.
Veniamo quindi alle buone notizie: al di là di solite e ovvie considerazioni sul “mangiare bene, fare il bravo, migliorare il life style”, consigli che spesso cadono nel vuoto, per chi abbia sviluppato una forma tumorale tiroidea o per chi abbia una familiarità che preoccupa, la possibilità di conoscere esattamente il proprio livello di glicazione e di mettere in atto i provvedimenti che consentano di riportarla alla norma, esiste ed è concreta.
Personalmente, se avessi una forma tumorale tiroidea, insieme alle terapie più adeguate, controllerei ogni paio di mesi la mia glicazione per sapere come fare il massimo per mantenere il benessere.
Oggi c’è la possibilità di conoscere bene molti aspetti del proprio metabolismo (test GEK Lab) e di personalizzare le proprie assunzioni di zuccheri e di sostanze assimilabili, senza rinunciare agli zuccheri ma utilizzandoli nel rispetto delle proprie caratteristiche individuali continuando ad amarli (e a goderne) nei tempi giusti.