Caffè e dolcificante: posso assumerli in caso di ipersensibilità?
DOMANDA
Le schede alimentari del RecallerProgram nella parte dedicata agli alimenti ammessi e proibiti per l’ipersensibilità a latte, frumento e lieviti, non menzionano il caffè e il dolcificante. Sono ammessi? Grazie.
RISPOSTA
Gentilissima lettrice,
il caffè è noto sin dai tempi antichi per le sue proprietà ed effetti benefici sulla salute, legati soprattutto al contenuto di caffeina, che agisce a livello del sistema nervoso centrale, producendo una piacevole sensazione di benessere.
Può essere tranquillamente assunto anche in caso di ipersensibilità nei confronti di latte, frumento e lieviti, in quanto non rientra nella lista degli alimenti proibiti. L’unico aspetto a cui bisogna fare attenzione, in caso di ipersensibilità al frumento, è l’utilizzo del caffè d’orzo che non è vero caffè bensì una bevanda derivata dall’orzo tostato.
Recentemente nella scheda RecallerProgramm riferita al frumento, oltre a kamut, farro e segale è stato inserito anche l’orzo. Questo significa che nei giorni di dieta bisogna considerare anche questo aspetto, non assumendo nessun tipo di bevanda o alimento a base di orzo.
Questi alimenti potranno essere invece reintrodotti nei giorni di libertà, per favorire il recupero della tolleranza immunologica. Il caffè d’orzo in questa logica può essere assunto nei giorni liberi ad esempio al mattino come base liquida per una colazione ricca oppure per una pausa caffè rilassante.
Spesso per addolcire il caffè si utilizza lo zucchero, ma sempre più spesso si ricorre all’utilizzo dei dolcificanti naturali (presenti naturalmente in frutta o verdura) o artificiali; essendo ipocalorici o del tutto privi di calorie sono ben visti dalla maggior parte dei consumatori attenti alla linea.
In realtà il cervello associa al dolce un intake energetico ben definito; con l’utilizzo di dolcificanti come TIC, sucralosio, aspartame, stevia, acesulfame-K, ciclammato e saccarina solo per citarne alcuni, questo apporto viene meno.
In questo modo la voglia di dolce risulta insoddisfatta e il cervello non invia segnali di sazietà. La conseguenza è presto detta: ci si sente ancora affamati, si mangia di più continuando a introdurre calorie attraverso l’assunzione di altri cibi, fino a ottenere l’appagamento sperato. Ciò va a stimolare in modo importante l’accumulo di zuccheri e il loro eccesso verrà presto trasformato in grasso, favorendo l’accumulo di peso corporeo.
Riprendendo la tua domanda, il caffè come piacere quotidiano è ammesso; per dolcificarlo, nei giorni di dieta su latte, lieviti e frumento, si potrà utilizzare del latte di soia per assaporare un caffè macchiato in stile vegetale e privilegiare l’utilizzo di latte vaccino nei giorni di libertà.
Sapendo che zucchero e dolcificanti lanciano segnali di ingrassamento all’organismo, è fondamentale eliminarli dall’alimentazione quotidiana e imparare a bere il caffè amaro, per assaporare la sua essenza e tornare ad apprezzare la vera pausa caffè, avendo un occhio di riguardo anche alla nostra linea.