Succo di frutta a merenda? No grazie 

10 Ottobre 2024
Succo di frutta a merenda? No grazie 

La frutta è un componente fondamentale della dieta e serve per assicurarci una parte di nutrienti di cui abbiamo bisogno.

Essa contiene vitamine e minerali essenziali per molteplici funzioni nel nostro corpo, molecole antiossidanti in quantità variabili, capaci di contrastare i radicali liberi, acqua e molta fibra.

Le funzioni della frutta sono ormai ben note a tutti: funzioni antitumorali, antiallergiche, di protezione dalle patologie cardiovascolari e chi più ne ha più ne metta.

Anche per i più piccoli è fondamentale inserirla nella quotidianità per riuscire a soddisfare i suoi fabbisogni e per godere pienamente dei suoi innumerevoli benefici. 

L'accumulo di grasso dovuto al fruttosio si verifica prevalentemente quando il fruttosio viene utilizzato in forma liquida piuttosto che mangiato attraverso la frutta.

Tuttavia, spesso il consumo di frutta nel bambino non raggiunge i fabbisogni consigliati e indicati nelle linee guida e per sopperire alla sua mancanza per praticità si sostituisce con bevande a base di frutta, come la spremuta o il succo; un’alternativa veloce e comoda da portare per esempio a merenda. 

Ma è un’alternativa sana? 

Sono ormai numerosissimi gli studi scientifici che hanno dimostrato un legame tra consumo abituale ed eccessivo di bibite e succhi (succhi di frutta, tè, infusi freddi in bottiglia ecc.) e sovrappeso/obesità, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, a causa di eccessiva assunzione calorica, elevati livelli di glicemia ed insulina e insulino-resistenza.

Per questo motivo si sconsiglia l’uso di soft drink e bevande come succhi di frutta ai bambini. 

Negli scaffali del supermercato tuttavia, appare ormai frequente la dicitura “Succo 100% frutta” a presupporre un prodotto estremamente sano che non ha al suo interno degli zuccheri aggiunti ma che sia appunto composto da sola frutta. 

Ma allora il succo 100% frutta è meglio? 

Nella letteratura recente è stato osservato come il consumo di succhi di frutta 100% è associato a un aumento di peso e BMI (indice di massa corporea) nei bambini. 

Sebbene possa rappresentare un’alternativa veloce e comoda per i bambini offrendo dei nutrienti importanti come le vitamine, i minerali e gli antiossidanti, il succo di frutta può contribuire all’aumento di peso a causa dell’elevata quantità di zuccheri liberi. 

Infatti, il fruttosio segue una via differente da quella del glucosio per essere metabolizzato. Viene infatti indirizzato alla trasformazione di grasso e comporta la formazione di prodotti di glicazione che contribuiscono a incrementare l’infiammazione dell’organismo.

Inoltre, l’accumulo di grasso dovuto al fruttosio si verifica prevalentemente quando il fruttosio viene utilizzato in forma liquida (succhi per l’appunto) piuttosto che mangiato (attraverso la frutta). 

L’uso continuo di spremute, succhi 100% frutta, ma anche centrifughe o estratti, facilita quindi l’accumulo di grasso più dell’assunzione della corrispondente frutta fresca con la sua fibra. 

Questo non significa che i più piccoli debbano evitare totalmente i succhi di frutta o che alla festa del compagno di classe eviteranno a tutti i costi la bevanda zuccherata; ma l’inserimento più frequente e nel quotidiano di un buon frutto masticato (con tutta la sua fibra ancora presente) associato a una fonte proteica (come, ad esempio, delle noci o un pezzo di formaggio) è una merenda più sana per i bambini rispetto al veloce succo di frutta. 

Da provare ad esempio delle rondelle di banana con la crema a base di nocciole e il cacao in polvere, ma anche una pera con dei cubetti di formaggio. 

Nel centro SMA in cui lavoro spiego che l’uso occasionale degli alimenti più dolci (e in questo caso anche del succo di frutta) è sempre meglio della quotidianità o dell’abitudine.

Dare al nostro bambino un succo di frutta ogni tanto non è dannoso; abituarlo al consumo quotidiano di frutta “liquida” potrà influenzare negativamente invece alla lunga il peso e la sua salute. 

L’obesità sta diventando sempre più una delle sfide sanitarie dei nostri secoli e la fascia più colpita sembra essere quella infantile. Abituarli a mangiare bene, con qualche eccezione fin da bambini, predisporrà a un’aspettativa di vita più lunga e più sana.