Meglio camminare o correre per stare bene?
Negli ultimi mesi del 2023 perfino il prestigioso New York Times ha pubblicato un articolo sugli effetti positivi della camminata o della corsa.
Il movimento fisico deve fare parte integrante di qualsiasi processo di controllo delle malattie metaboliche, neurodegenerative e degenerative (dal diabete al sovrappeso al cancro).
Lo ha esplicitato con chiarezza la Harvard Medical School fin dal 2011 ma nel gruppo di Eurosalus lo diciamo da sempre a chiare lettere in molti degli articoli che si possono trovare sulle pagine del sito.
Camminate regolari, quotidiane, riducono il rischio di molte malattie, partendo da ansia e depressione per arrivare a diabete e cancro.
Interessante l’effetto di 10 minuti di caminata post prandiale nei diabetici di cui Eurosalus ha parlato nell’articolo “La passeggiatina dopo il pasto che controlla il diabete”.
Il passaggio da esercizio leggero a moderato avviene quando si può sempre parlare mentre si cammina o si corre ma non si riesce più a cantare se non con affanno.
Questo tipo di esercizio è quello che stimola di più il metabolismo, fa crescere il numero di mitocondri e migliora la gestione degli zuccheri.
Quindi può essere utile passare dalla camminata alla corsa o almeno alternare i due stili di movimento tra di loro. Il termine “Camminorsa” è il termine simpatico e fantasioso che si usa tra i corridori “lenti” che continuano a godere del cibo e del movimento mantenendosi sani…
Fin dal 2006 nell’articolo “Imparare a correre” spiegavo le tecniche per arrivare gradualmente a 20 minuti di corsetta leggera continuativi.
E per chi è avanti negli anni, anche solo l’alternanza tra camminata lenta e camminata veloce consente di ottenere tutti i benefici possibili dal movimento anche per chi non è più in grado di correre.
Il riposo sembra determinante per ottenere i benfici del movimento. Ad esempio, come spiegato nell’articolo “Attività fisica e Alzheimer: fa bene se è fatta fuori dal lavoro”, sembra proprio che per contrastare il declino cognitivo ed evitare le malattie cardiovascolari di debba fare attività fisica divertendosi, quindi non solo per lavoro, con la possibilità di fermarsi a respirare quando si è stanchi.
Confrontando gli effetti della attività fisica fatta per dovere e quella svolta per piacere, si è potuto vedere che gli effetti positivi erano nettamente più elevati quando la motivazione era il riposo o il divertimento.
In effetti l’attività fatta “per diletto” tende ad essere di minore durata (non certo per tutto il giorno), è associata a momenti di incontro o alla socialità e alle sue positive emozioni e soprattutto può essere interrotta se una persona è stanca.
Insomma, si può tirare il fiato se ce ne è bisogno. L’attività fisica “lavorativa” non concede di solito questa possibilità.
Una corretta impostazione nutrizionale può essere di fortissimo impatto nella prevenzione e nella terapia delle malattie cardiovascolari e metaboliche e nella prevenzione del declino cognitivo.
Per questa ultima evenienza, il controllo della glicazione consente di ridurre la produzione di metilgliossale, sostanza glicante che provoca la produzione di proteina Tau 181 e la deposizione di beta amiloide. Ridurre il metilgliossale attraverso la dieta consente di avere meno grovigli neuronali e ridurre la prevalenza dell’Alzheimer.
Attività fisica e nutrizione si danno la mano per supportarsi reciprocamente nella loro sinergia di effetti.
Su Eurosalus molti articoli, già pubblicati, aiutano a capire come gestire al meglio l’attività fisica.
Tra i tanti, cito l’articolo di Mattia Cappelletti “L’esercizio che salva la mente” e l’articolo di Michela Carola Speciani “L’esercizio in supporto agli psicofarmaci”.
Riuscire a bilanciare buon cibo (nei modi giusti) e attività fisica piacevole sembra essere una ricetta con basi scientifiche molto solide per vivere meglio, sani e a lungo, sia che si cammini, sia che si corra.