Evviva il piatto di pasta: come renderlo ottimo per salute, linea e benessere
Chi ha detto che la pasta non si può mangiare quando si è a dieta o si sta attenti alla linea e alla salute?
Gli accorgimenti da mettere in atto per rendere un piatto di pasta adatto ai propri obiettivi di tono, salute e forma fisica sono solo tre, facilissimi, e li vediamo qui di seguito.
Il primo passo è scegliere della pasta integrale: il chicco “intero” aiuta a modulare l’appetito e il senso di fame, lasciando più a lungo un senso di soddisfazione nutrizionale.
Attraverso lo stimolo dell’IL-10 agisce in maniera positiva sui livelli di infiammazione generalizzata. Infine, il ruolo della fibra presente nella salute intestinale, la rende l’unica scelta auspicabile per la quotidianità di ciascuno.
Se ne avete assaggiata in passato restandone negativamente traumatizzati, sappiate che la pasta integrale è molto cambiata negli anni e, ad oggi, quasi indistinguibile dalla controparte raffinata.
Il secondo accorgimento per una pasta buona per dieta, palato e fisico riguarda il condimento che va… aumentato (e, spesso, cambiato un po’)!
Le proteine sono una parte indispensabile nella alimentazione di tutti ed è frequente che la quantità assunta quotidianamente dall’italiano medio sia spesso decisamente inferiore rispetto agli standard suggeriti dall’OMS (sopra gli 0,83 grammi di proteine giornaliere per chilogrammo di peso corporeo atteso).
Per questo la pasta ideale vuole essere un piatto unico e ben bilanciato in carboidrati e proteine. Questo accorgimento permette sia di avvicinarsi al raggiungimento della quota proteica utile ogni giorno, sia di modulare il carico glicemico del piatto stesso.
Aggiungere una consistente parte proteica al piatto di carboidrati permette un miglior controllo degli zuccheri nel sangue, dell’appetito e della fame, con effetti metabolici utili. La quota di proteine (carne, pesce, uova, formaggio, semi oleosi) dovrebbe essere volumetricamente simile a quella di carboidrati, senza paura di mescolare anche proteine di origine diversa.
La terza attenzione riguarda gli oli: sempre, cuocerli è un male. Le alte temperature modificano la struttura molecolare di oli anche molto buoni in partenza, rendendone radicalmente opposto l’effetto. Un olio di singolo seme spremuto a freddo e aggiunto a crudo al piatto (pasta o carne che sia), d’altra parte, fornisce un quantitativo importante di grassi insaturi, ottimi per la salute, supportando anche il mantenimento del senso di sazietà postprandiale più a lungo.
Un’ultima notazione riguarda il fatto di variare gli ingredienti utilizzati. Cambiare il tipo di condimento e di pasta utilizzata, lasciandosi ingolosire ad esempio da varianti a base di leguminose (lenticchie, ceci, piselli…) o cereali differenti (preso integrale, mais integrale…) è una buona idea per prevenire la cosiddetta infiammazione da profilo alimentare personale e continuare a stare bene (e meglio) con gusto.
Questi piccoli accorgimenti, applicati alle ricette preferite, sono ottimi per rendere un piatto già gustoso, anche ottimo per la salute di ognuno.
Ricordando che, nel complesso, una porzione di pasta così bilanciata in carboidrati e proteine dovrebbe occupare circa la metà del pasto ottimale, che va completato con frutta e verdura (preferibilmente fresca e cruda), non resta che augurare buon appetito.