Dolcificanti artificiali e rischio per il cuore. Meglio non usarli
Una review di quotati ricercatori spagnoli, pubblicata su Current Opinion in Cardiology, ha evidenziato che il consumo di dolcificanti artificiali innalza il rischio di ammalasi di diabete di tipo 2 di una quota compresa tra il 18 e il 24% e incrementa il rischio di sviluppare una sindrome metabolica del 44%.
Questo è dovuto alla loro eccessiva azione di stimolo pancreatico della secrezione di insulina, fenomeno che se prolungato nel tempo porta inevitabilmente al diabete, come spiegano gli autori della ricerca.
Questi proseguono, spiegando che il microbiota intestinale non è in grado di metabolizzare adeguatamente i dolcificanti artificiali, facilitando quindi la comparsa disbiosi intestinale, condizione alla base di molte malattie croniche sia di tipo metabolico sia di tipo cardiovascolare.
Eurosalus ha discusso recentemente questo tema in un articolo dal titolo “Dolcificanti e alterazione del microbiota”. È il motivo per cui chiediamo sempre a tutti i pazienti del centro SMA di Milano che studiano il microbiota intestinale, di valutare anche la propria glicazione tramite il Glyco Test per evitare la completa inefficacia della somministrazione di probiotici mentre l’organismo è in fase di negazione infiammatoria.
Medscape Allergy and Immunology ha pubblicato un importante commento alla ricerca spagnola, andando in profondità nella relazione tra consumo di dolcificanti artificiali (sia calorici sia a zero calorie) e lo sviluppo di obesità e delle più importanti malattie cardiovascolari e metaboliche (ipertensione arteriosa, dislipidemia e diabete).
Poiché secondo le linee guida dell’OMS, i dolcificanti a zero calorie non devono essere usati per dimagrire o ridurre il rischio di malattie croniche, se ne sconsiglia l’uso per l’ipotetico scopo di controllare il peso corporeo o di ridurre il rischio di malattie non trasmissibili.
Quali sono, quindi, le soluzioni pratiche da mettere in atto?
La prima è quella di valutare e misurare i propri livelli di glicazione, che GEK Lab analizza attraverso il Glyco Test e il test PerMè, per sapere quali sono i limiti che si devono affrontare per mantenere o recuperare la propria salute.
Poi bisogna occuparsi di preservare il proprio metabolismo con cura ed attenzione, “volendogli bene”, in un certo senso, attraverso una corretta alimentazione