Sclerosi sistemica, nutrizione e stile di vita
La sclerosi sistemica, conosciuta anche come sclerodermia (da non confondere con la più tranquilla “sclerodermia cutanea localizzata” o “Morfea”), è una patologia autoimmune e infiammatoria che coinvolge la pelle, ma anche apparato gastrointestinale, reni, cuore e polmoni.
Il fenomeno di Raynaud è in genere il primo sintomo (le dita delle mani diventano prima bianche e poi rosse, con vari gradi di gravità in risposta al cambio di temperatura o alle vibrazioni) ed è seguito da varia sintomatologia a seconda della gravità del quadro.
Cosa fare
Innanzitutto è importante entrare in contatto con un medico per avere la vera diagnosi e capire come strutturare il trattamento più adeguato.
Alcuni cambiamenti, possono comunque essere intrapresi in ogni momento (e meglio se il prima possibile). Ridurre l’infiammazione generalizzata è un supporto più che essenziale quando si parla di patologie autoimmuni e in particolare nel caso della sclerosi sistemica. E stile di vita e nutrizione sono strumenti potenti in grado di modificare in meglio questa componente.
È quindi davvero il caso di fare un esame di coscienza e cominciare a farsi il maggior bene possibile a partire dalle proprie abitudini quotidiane.
Smettere di fumare può essere importante: il microcircolo ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della malattia e mantenerlo il più in salute possibile è utile. Per questo è meglio lasciare da parte le sigarette e il tabacco.
Cominciare ad utilizzare la giusta frutta e verdura cruda (inserendone un po’ almeno ad ogni pasto) è un supporto antiossidanti utile a ridurre l’infiammazione generalizzata, a mantenere l’intestino il più in salute possibile e che supporta nel raggiungimento dei propri target vitaminici e minerali giornalieri.
Il BAFF alla base di molte malattie autoimmuni: importanti conferme da una ricerca italiana
Usare le giuste proteine durante la giornata è essenziale: un organismo infiammato ha ancora maggiore bisogno di proteine rispetto a un organismo che non lo sia. Meglio quindi arrivare almeno al grammo di proteine per ogni chilogrammo di peso al dì, tenendo presente che in 100 grammi di alimento proteico si trovano circa 20 grammi di proteine, che le proteine di origine vegetale valgono meno di quelle di origine animale (valore biologico), e che le proteine vanno distribuite almeno nei tre pasti per essere adeguatamente assorbite.
Scegliere carboidrati integrali o a basso impatto glicemico e fare una buona prima colazione è utile per controllare la glicemia (che è a sua volta utile per controllare l’infiammazione), l’appetito durante tutta la giornata, e anche lo stress.
Anche un po’ di movimento leggero, dove possibile, è utile al controllo dei livelli infiammatori, così come lo è la gestione ottimale della propria componente emotiva.
Infine, il controllo dell’infiammazione da cibo mediata da profilo alimentare personale è particolarmente utile in caso di sclerosi sistemica.
L’eccesso di uno o più gruppi alimentari nella dieta può essere alla base di squilibri immunologici tra i quali si evidenzia la crescita del BAFF (e la citochina tende ad essere particolarmente elevata in caso di sclerosi sistemica, associandosi anche alla gravità dei sintomi) (Matsushita T, et al., Elevated serum BAFF levels in patients with systemic sclerosis: enhanced BAFF signaling in systemic sclerosis B lymphocytes. Arthritis Rheum. 2006 Jan;54(1):192-201. e François A, et al., B lymphocytes and B-cell activating factor promote collagen and profibrotic markers expression by dermal fibroblasts in systemic sclerosis. Arthritis Res Ther. 2013 Oct 28;15(5):R168. doi: 10.1186/ar4352)
Una dieta di rotazione personalizzata che abbini dei momenti di astinenza a dei momenti di reintroduzione settimanale può essere un modo semplice e a portata di mano per ridurre l’infiammazione generalizzata (e l’attività della malattia). I livelli di BAFF e di IgG specifiche per grande gruppo alimentare (che definiscono l’eccesso) sono ad oggi dosabili attraverso un test come Recaller o BioMarkers (effettuabile in farmacia).
Altri suggerimenti
Assicurarsi di star assumendo la sufficiente quantità di vitamina D, e di averne a sufficienza in circolo è particolarmente importante quando si parla di una malattia autoimmune e in particolare della sclerosi sistemica (Groseanu L, et al., Low vitamin D status in systemic sclerosis and the impact on disease phenotype. Eur J Rheumatol. 2016 Jun;3(2):50-55. Epub 2016 Feb 1).
Assicurarsi di star digerendo quello che si sta mangiando può essere altrettanto utile per evitare eccessiva irritazione intestinale e migliorare l’eventuale sintomatologia presente. Un esame chimico fisico delle feci e l’integrazione enzimatica saranno la soluzione di supporto.
Integratori dalle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti come l’olio di Perilla (ricco in Omega 3) o la curcumina possono essere utili, così come può esserlo l’uso di articolari ceppi batterici sotto forma di probiotici (tra questi, il Lactobacillius rhamnosus).
Il centro Medico SMA di Milano accompagna i propri pazienti nel loro percorso, facendo attenzione anche alla parte emotiva ed emozionale e puntando alla riduzione dell’infiammazione generalizzata come importante elemento di supporto.