Giappone: al bar con un cucciolo di coniglio
Qualche giorno fa ha aperto in Giappone, per l’esattezza a Nagoya, un locale chiamato Usagito Cafè. Oltre che bevande e cibo, alla clientela vengono offerti dei piccoli e pelosi coniglietti. Non per essere mangiati, naturalmente, ma solo per farsi coccolare e coccolare a loro volta.
L’idea è molto più che interessante. Effettivamente, gli animali domestici si sono evidenziati utili nel trattamento di vari disturbi, primo tra tutti l’aggressività. Sperimentazioni di inserimento di animali domestici nella gestione comportamentale del singolo, si sono rivelati utili sia nelle carceri (per il recupero dei detenuti) che in case di riposo, per fare due esempi. Nella fattispecie, l’inserimento degli animali all’interno del carcere sembra aver evidenziato una diminuzione degli atti di recidiva da parte dei detenuti. Nella casa di riposo, nell’esempio si trattava di una struttura solo maschile, l’inserimento dell’animale domestico sembra aver aumentato la socialità dei ricoverati.
Avere un animale domestico da accarezzare sembra far bene quanto i celebri quindici minuti al giorno di meditazione o postura yogica, come si trattasse di un piccolo diversivo per de focalizzare la mente, provando per altro sensazioni piacevoli di contatto e empatia. Con tutto ciò che ne deriva in termini di gestione dell’umore e quindi dell’infiammazione e della salute a livello complessivo.
Diversi studi sono stati fatti anche per valutare la sopravvivenza in chi possedeva un animale e in chi no. Dall’analisi sembra che chi ha un animale domestico (sia esso cane, gatto, criceto o canarino), rischi molto meno in attacchi di cuore, rispetto a chi non ne abbia uno. Più o meno, quello che accade se si considerano gli anziani con e senza partner (accoppiati e single).
Se un animale inserito nel contesto di un bar o locale può non agire come un compagno di vita nell’immediato (per esempio, nella prevenzione cardiovascolar), la presenza e la relazione può sicuramente avere effetti positivi di carattere generale e complessivo sulla salute del singolo e, perché no, anche su quella di chi gli stia attorno, dal momento che il contatto comunitario con l’animale sembra migliorare la disposizione individuale nel contesto sociale.
Applausi dunque per la bella idea e l’iniziativa giapponese, in un momento in cui probabilmente il paese, più di altri, ha bisogno di trovare serenità e sorriso, oltre i propri ritmi frenetici e gli avvenimenti degli ultimi tempi. E uno spunto per chiunque possegga un animale, sul fatto che una carezza in più possa essere utilizzata efficacemente nel contesto del controllo del proprio stato di salute.