Più tolleranza e meno allergie con la dieta?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
22 Marzo 2017
Più tolleranza e meno allergie con la dieta?

DOMANDA

Una mia amica mi ha parlato molto bene del metodo Recaller per ridurre le allergie. Mi piacerebbe avere maggiori informazioni in merito perché sono allergica alle graminacee e vorrei evitare di prendere antistaminici tutta la primavera. Grazie.

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

sempre di più nella letteratura scientifica sta emergendo in maniera precisa come starnuti, rinite allergica, congiuntivite e in generale qualunque sintomo allergico siano influenzati di moltissimi fattori differenti.

C’è sicuramente una risposta specifica a un allergene, nel tuo caso le graminacee, ma l’intensità dei sintomi dipende da un network di fattori differenti e i sintomi compaiono al superamento di un livello di soglia.

In molti casi la risposta all’allergene non è che la goccia che fa traboccare il vaso.

L’infiammazione è l’unica modalità che ha l’organismo per rispondere a qualunque stimolo irritativo esterno: le allergie, lo stress, il caldo, il freddo, l’inquinamento, le infezioni fino all’alimentazione possono tutti determinare un aumento dei livelli di infiammazione.

La riduzione dell'infiammazione da cibo con una dieta di rotazione settimanale svolge una doppia azione: da un lato è utile per controllare la sintomatologia, dall'altro permette di innalzare il livello di tolleranza.

Tra tutti questi fattori l’alimentazione è facilmente modulabile nella propria quotidianità e può rivelarsi di grande aiuto nella prevenzione e nel trattamento della sintomatologia allergica.

Lo studio del proprio profilo alimentare personalizzato con un test come Recaller o BioMarkers rappresenta il primo passo per impostare una dieta di rotazione settimanale con giorni della settimana in cui evitare gli alimenti risultati positivi al test e giorni in cui invece reinserirli. 

Questa impostazione ricalca in tutto e per tutto lo svezzamento infantile e ha come obiettivo quello di aumentare il livello di tolleranza.

In questo modo l’alimentazione svolge una doppia azione: da un lato è utile per ridurre l’infiammazione allergica, dall’altro è utile per innalzare il livello di soglia oltre il quale compare la sintomatologia.

Anche lo schema dietetico può variare in relazione ai sintomi e al periodo dell’anno.

Per i soggetti allergici alle graminacee, solitamente suggerisco uno schema rigido nei periodi di maggiore concentrazione di pollini, come potrebbe essere una tabella di rotazione settimanale con libero solo il mercoledì, il sabato sera e la domenica da cominciare in questo periodo dell’anno e da portare avanti per 4-5 settimane.

Dagli inizi di maggio in poi solitamente tendo a passare progressivamente a uno schema più morbido con mezza settimana di dieta e mezza settimana di libertà come potrebbe essere martedì sera, tutto mercoledì, sabato e domenica liberi da mantenere indicativamente fino alla fine di giugno. 

Per il resto dell’anno, se non ci sono altre allergie, chiedo di mantenere solo due giorni di dieta alla settimana con l’obiettivo di aumentare la variabilità alimentare e, di conseguenza, la tolleranza alimentare.

Questa impostazione dietetica insieme a un supporto con i rimedi naturali proposti nella risposta di settimana scorsa può rivelarsi di grande aiuto per controllare la sintomatologia e conseguentemente per ridurre la necessità di assunzione dell’antistaminico.