Quando il reflusso è psicosomatico
Un gruppo di ricercatori olandesi del Translational Research Center for Gastrointestinal Disorders dell’Università di Lovanio, ha pubblicato su Gastroenterology (una delle più quotate riviste mondiali di gastroeneterologia) uno studio effettuato su 193 pazienti studiati con pH-metria (cioè con un sondino interno per misurare l’acidità presente nello stomaco e/o nell’esofago) evidenziando il rapporto tra la misurazione dell’acidità realmente presente e la segnalazione della importanza del sintomo.
Per cercare i sintomi del reflusso basta guardare un po’ di pubblicità in televisione: bruciore di stomaco, iperacidità, cattiva digestione, dolore di stomaco, senso di reflusso, sensazione di acido in bocca.
In realtà ce ne sono anche altri, ma bastano questi per farsi un’idea di quello che succede.
Ebbene, i ricercatori olandesi hanno misurato attentamente l’acidità gastrica e quella esofagea e le persone che hanno contribuito alla ricerca hanno effettuato numerose analisi di tipo psicologico e psichiatrico perfettamente validate.
La sorpresa è che l’intensità dei sintomi presentati non corrispondeva affatto ai livelli di acidità o di reflusso ma era perfettamente correlata allo stato psichico delle persone che ne soffrivano e in particolare ai traumi dell’infanzia.
Cambiare la dieta è efficace anche più dei protettori gastrici per controllare il reflusso
Su Eurosalus abbiamo descritto i primi lavori scientifici di questo tipo già nel 2007 ma la ricerca attuale utilizza scale di validazione psichica e misurazioni fisiologiche molto più precise ed evolute di 17 anni fa.
Questo non vuol dire che tutti i reflussi abbiano anche una base psichica, perché proprio su Eurosalus abbiamo descritto l’importanza crescente della esofagite eosinofila che provoca gli stessi disturbi del reflusso ma non è correlata alla acidità o al reflusso, bensì ad una infiammazione controllabile con una dieta personalizzata.
Il richiamo importante è quello di una visione che sia sempre sistemica e personalizzata.
Prescrivere protettori gastrici come se fossero privi di effetti collaterali si scontra oramai con condizioni che riguardano invece l’aspetto psichico, la risposta infiammatoria agli alimenti o alla glicazione e l’attivazione degli eosinofili.
Questo spiega perché nel nostro Centro valutiamo questa patologia in modo integrato cercando di affrontare TUTTE le possibili cause e non solo la facile definizione della iperacidità.