Quando posso ricominciare a correre dopo un distacco di retina?
Buongiorno,
ho 53 anni, ho un glaucoma familiare, sono stato operato all’occhio destro: marzo 2007 trabeculectomia, 7 dicembre cataratta,11 genennio 2008 distacco retina.
Corro da oltre 30 anni (130-140mila km), e negli ultimi 15 anni ho praticato quasi solo triathlon. Ora la retina è attaccata, i medici che mi curano sono degli umani, non dei maratoneti o triathleti, non hanno idee precise su quando potrò riprendere lentamente le mie attività, nel caso il decorso sia regolare come sembra.
Chiedo, se possibile, ovviamente non una risposta relativa al mio caso, ma ad un caso generico di un atleta che abbia queste problematiche, per farmi un’idea di cosa mi aspetta.
Ringraziando anticipatamente per un’eventuale risposta invio cordiali saluti.
Gentilissimo Lettore,
il problema non è di sola pertinenza oculistica. In questa prospettiva gli eventuali microtraumi dovuti alla corsa potrebbero effettivamente allungare i tempi di recupero e addirittura determinare un nuovo distacco della retina. Detto questo è facile comprendere il timore degli oculisti che la seguono in questo momento.
Quello su cui vorremmo puntare l’attenzione rigurada piuttosto le possibili cause alla base di un distacco della retina in un uomo di 53 anni. Una problematica come quella proposta può dipendere da differenti cause, che è importante valutare per comprendere fino in fondo l’origine del problema e in questo modo mettere in moto tutte le strategie volte a risolvere le cause scatenanti.
Seguendo questa logica un distacco di retina può essere imputato a un’eccessiva fragilità capillare o alternativamente a una disfunzione nella produzione di collagene. In questi casi una semplice integrazione con vitamina C e bioflavonoidi (1 g al giorno di entrambi) permette di sostenere il metabolismo del collagene mentre un misurino al giorno di manganese zinco e rame lavora sui capillari migliorando la microcircolazione.
In tutti i casi di distacco della retina è necessaro prendere in esame tutte le condizioni eventualmente responsabili dell’aumento del livello di infiammazione oculare. Bisogna quindi escludere le patologie autoimmuni, un’eventuale allergia all’occhio determinata da allergeni perenni (acari e muffe) o da pollini o un’intolleranza alimantare.
In particolare il controllo delle eventuali ipersensibilità alimentare con una dieta di rotazione settimanale permette di ridurre sensibilmente il livello di infiammazione generale dell’organismo migliorando quindi i tempi di recupero dopo l’intervento e lavorando contemporaneamente su una delle possibili cause scatenanti.
Quanto detto fino a qui è di sicuro sostegno al problema proposto anche se in questi casi la parola d’ordine prima di tutto è cautela nella ripresa dell’attività sportiva. In questo momento è necessario trovare un clinico (non per forza un oculista) che, esaminando tutte le possibili strade, decida come e con che tempistaca affrontare il problema, considerando l’intero individuo nel suo complesso.