Melagrana: “una mela con semi” dalle mille proprietà
Il melograno, Punica granatum, è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica, originario di una regione che va dall’Iran alla zona himalayana dell’India settentrionale e presente sin dall’antichità nel Caucaso e nell’intera Macchia mediterranea.
Il nome comune “melo-grano” ha radici latine: malum e granatum sono termini che in italiano corrispondono rispettivamente alle parole “mela” e “con semi”. Tale traduzione letterale esprime quindi le caratteristiche peculiari del melograno.
Numerose culture antiche erano fortemente convinte che questo frutto fosse un vero miracolo. Tale credenza fu ancora più consolidata dalla capacità della pianta a sopravvivere in ambienti ostili e semidesertici.
Ippocrate fu uno dei primi a ritenere che tale frutto potesse essere usato in medicina; a tal proposito egli lo consigliava come antielmintico, antinfiammatorio, per contrastare la diarrea cronica e come antibatterico nelle infezioni della pelle.
La melagrana è costituita da un’abbondante quantità d’acqua, corrispondente a circa l’80%, mentre il restante 20% viene ripartito tra zuccheri (15%), fibre (2%), proteine (1%) e grassi (0,5-1%). È una buona fonte di potassio (290 mg/100 g di prodotto) e fosforo (10 mg/100 g di prodotto), ma si osserva anche una buona quantità di sodio, magnesio e ferro, mentre lo zinco, il manganese e il rame sono presenti in tracce. È presente anche una buona quota di vitamina A (15 mg/100 g di prodotto).
I chicchi di melagrana sono una fonte importante di lipidi in quanto i semi contengono acidi grassi insaturi quali linolenico, linoleico, punico, oleico e palmitico.
La melagrana possiede numerosi composti chimici ad alto valore biologico in tutte le sue parti: buccia, membrane carpellari, arilli (parte carnosa del chicco), semi (parte legnosa del chicco).
Il prodotto più importante derivato dalla melagrana è il succo, senza dubbio il più studiato nella letteratura scientifica internazionale.
Tra i composti fenolici contenuti nel frutto troviamo flavonoidi, antociani (responsabili del colore dei chicchi), acidi fenolici tra cui acido gallico ed ellagico e tannini, rappresentati maggiormente dalla punicalagina (presente soprattutto nella buccia del frutto).
Ciò che contraddistingue questo frutto è proprio l’elevata presenza di composti antiossidanti, a tal punto da essere annoverato tra i primi alimenti nella Tabella ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity). Il suo potenziale antiossidante sembra addirittura essere maggiore di quello del vino rosso e del tè verde.
Per tale motivo molti autori hanno deciso di indagare le proprietà di questi piccoli semini e come questi possano agire sulla salute umana.
La melagrana è stata infatti ampiamente studiata in relazione alle sue proprietà cardioprotettive e agli effetti anti-ipertensivi. Sembra prevenire o trattare molti fattori cardiovascolari tra cui l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, lo stress ossidativo, l’iperglicemia e l’infiammazione.
In uno studio recente è stato osservato come la somministrazione di succo di melagrana (spremuto manualmente e senza l’aggiunta di zuccheri e/o dolcificanti) ha comportato l’abbassamento della pressione arteriosa tramite la diretta interazione con un enzima implicato nel sistema renina-angiotensina-aldosterone, il meccanismo ormonale che regola la pressione sanguigna.
L’abbassamento della pressione arteriosa sembra essere riconducibile alla presenza dei flavonoidi all’interno del frutto, che esercitano dunque un’azione benefica nei confronti dello stress ossidativo, che sembra avere un ruolo chiave nella patogenesi dell’ipertensione.
L’effetto ipotensivo del succo di melagrana è stato confermato da altri studi, in cui è stata analizzata la sua efficienza contro la disfunzione endoteliale e l’infiammazione vascolare. Tale studio è stato condotto su pazienti ipertensivi per sole due settimane e ciò ha permesso di ridurre la pressione diastolica e sistolica in un tempo molto breve.
Alla luce di tali risultati, il succo di melagrana potrebbe essere considerato uno strumento efficace per l’ipertensione, ma anche una prevenzione per i soggetti a rischio di patologie cardiovascolari.
La melagrana è stata anche indagata per i suoi effetti antiproliferativi, anti-metastatici e anti-invasivi su diverse linee cellulari tumorali in vitro, in vivo, ma anche attraverso studi clinici.
Uno studio condotto recentemente ha osservato come il succo del frutto del melograno, la buccia e l’olio al suo interno abbiano attività anti carcinogeniche, interferendo con la proliferazione delle cellule tumorali, il ciclo cellulare, l’invasione e il processo di angiogenesi. Tra i polifenoli contenuti nel frutto, la punicalagina e l’acido ellagico sembrano ridurre il numero di cellule tumorali del colon.
I semi presenti all’interno del frutto contengono acido punico. Questo è stato analizzato per il suo ruolo nella protezione da patologie quali diabete mellito di tipo 2 ed è stato osservato che può esercitare effetti antidiabetici attraverso vari meccanismi quali la riduzione di citochine infiammatorie, la modulazione dell’omeostasi glucidica e le proprietà antiossidanti.
A questi si aggiungono anche effetti antiaterogenici. In uno studio condotto su 51 pazienti iper-lipidemici la somministrazione dell’olio dei semi due volte al giorno per 4 settimane ha portato a una riduzione significativa dei trigliceridi e un aumento delle lipoproteine ad alta densità (HDL), mentre il colesterolo totale e le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono rimaste invariate.
Negli ultimi anni è stato evidenziato anche il ruolo diretto sull’infiammazione ed è stato osservato come i semi riducano l’azione di particolari enzimi, le ciclossigenasi e lipossigenasi, in vitro. Tali enzimi sono importanti per la degradazione dell’acido arachidonico in prostaglandine, importanti mediatori dell’infiammazione, che viene quindi ridotta in modo significativo grazie agli estratti di melagrana.
Oltre agli effetti sopracitati, questi piccoli semi racchiudono altre tantissime proprietà: prevenzione del deterioramento ossidativo, prevenzione dei problemi cutanei, ma anche attività microbiche, effetti positivi sulla salute orale e obesità.
Il suo utilizzo trova ampio spazio in cucina: è un frutto molto versatile poiché una volta sgranato è possibile inserirlo a prima colazione, utilizzarlo per guarnire primi e secondi piatti o decidere di gustarselo cosi com’è all’interno di una macedonia o sotto forma di succo spremuto.
Considerando le innumerevoli proprietà di questo frutto, la strategia migliore è approfittare della stagione autunnale per godere appieno dei suoi nutrienti.