Svezzarsi dagli antistaminici si può
Gli antistaminici sono ottimi farmaci, in grado di contrastare in modo sintomatico molte manifestazioni allergiche o infiammatorie, sia di tipo acuto (una reazione da contatto con una medusa o gli effetti locali di una puntura di insetto), si di tipo cronico, come avviene ad esempio per alcune forme di orticaria. Inoltre hanno una valenza di rilievo nella preparazione degli interventi chirurgici e sono indispensabili nel trattamento delle reazioni anafilattiche.
Su queste pagine abbiamo spiegato che l’antistaminico può far parte di un processo terapeutico integrato e nell’articolo “Elogio dell’antistaminico” ho spiegato perché, ad esempio, nel corso di una stagione primaverile, una persona che stia controllando la sua rinite allergica attraverso una dieta corretta, l’impiego di alcuni integratori come l’olio di Perilla (Ribilla) e l’eventuale impiego di un iposensibilizzante orale, può avere solo dei vantaggi se nei pochi giorni in cui i sintomi sono più intensi usa un antistaminico di supporto.
Il tema di maggiore interesse è quello dell’uso ricorrente di questi farmaci, come avviene ad esempio per molte dermatiti, in caso di asma e nella quasi totalità delle orticarie croniche. Il momento in cui la malattia si attenua grazie ad esempio ad una impostazione nutrizionale adeguata, la sospensione del farmaco va gestita sempre in modo attento.
Quando si assumono farmaci antistaminici in modo continuativo (in genere per più di 10 giorni), sospenderli di colpo può produrre fastidiosi effetti collaterali. In genere questa cautela è necessaria in tutte le condizioni in cui è richiesto l’uso cronico di un farmaco che sopprima una possibile reazione di difesa dell’organismo.
Per avere una idea delle azioni “nascoste” di un antistaminico basta pensare alla possibile induzione di aumenti di peso, in modo simile a quella dei farmaci antidepressivi: un fenomeno che Eurosalus ha già discusso.
Ma chi sospende di colpo un antistaminico può andare incontro a un effetto “rebound” determinato proprio dal modo in cui agisce il farmaco. È necessaria quindi una sorta di svezzamento, per impedire che con la sospensione del farmaco si ripresentino in modo anche esagerato i sintomi per cui lo si assumeva.
Come agisce l’antistaminico
Per comprendere la possibilità di “svezzamento” dal farmaco occorre chiarire come funzionano gli antistaminici.
Propongo un esempio parlando di una sintomatologia che dipenda da un’allergia. Quando l’organismo entra in contatto con l’allergene responsabile della reazione, i mastociti (particolari globuli bianchi carichi di istamina) rilasciano in circolo il loro contenuto di istamina.
Le molecole di istamina vanno a sistemarsi sui recettori del tessuto (per esempio la pelle) e contribuiscono a provocare i sintomi allergici, per esempio l’orticaria.
L’antistaminico impedisce la reazione allergica depositando le sue molecole sui recettori dell’istamina, che così non possono più accogliere quelle di istamina.
A questo punto, però, l’organismo provvede creando nuovi recettori sulla superficie dell’organo bersaglio, e nell’ipotesi di sospensione improvvisa dell’antistaminico (che bloccava un gran numero di recettori) un numero molto più alto di questi potrebbe ricevere istamina e attivare la reazione allergica (prurito o rinite o orticaria che sia).
Una persona he stia guarendo da un’orticaria grazie all’intervento nutrizionale personalizzato evidenziato dalla effettuazione di un test PerMè per il controllo della infiammazione da zuccheri e da alimenti potrebbe avere la tentazione, sentendosi meglio, di sospendere del tutto l’antistaminico in uso. Sarebbe sbagliato perché in brevissimo tempo l’orticaria si manifesterebbe in modo deciso e rilevante, a causa della maggiore presenza di recettori istaminici sui tessuti cutanei.
Come procedere
Quando si segue una dieta personalizzata che controlla il livello di infiammazione, è quasi sempre possibile arrivare a una sospensione degli antistaminici, ma è necessario procedere per gradi, passando per una riduzione progressiva, lenta e graduale.
Consideriamo l’esempio di una persona che assuma da lungo tempo una compressa al giorno di un antistaminico tra i più usati (ad esempio Zirtec). Seguendo la dieta per la riduzione dell’infiammazione da zuccheri e da alimenti, comincia a star meglio. A questo punto è possibile iniziare ad assumere mezza compressa al giorno per 15 giorni, poi un quarto di compressa per altri 15 giorni, infine un quarto di compressa a giorni alterni.
Se lo “svezzamento” procede bene, solo a questo punto è possibile sospendere l’assunzione dell’antistaminico. Ferma restando la possibilità di tornare a prenderlo se occorre, sotto il controllo del proprio medico curante.
Un aiuto in più
Anche alcune integrazioni minerali e vitaminiche, possono aiutare questo svezzamento. Ad esempio è di grande aiuto l’utilizzo di una perla a prima colazione e cena di un prodotto come Ribilla che unisce insieme l’azione antiallergica e antinfiammatoria dell’olio di Ribes nero e dell’olio di Perilla.
Sul piano dell’integrazione minerale è possibile utilizzare 1 capsula al giorno di Oximix 3+ Allergo. Ognuno di questi rimedi può essere utilizzato dal momento in cui si decida di sospendere l’antistaminico e per tutta la durata della riduzione di questo farmaco.