Effetti collaterali: molto segnalati per i farmaci
Si è parlato più volte dell’iperico, un rimedio fitoterapico dalle molte qualità e con una comprovata azione nel riequilibrio degli stati depressivi.
Già in un’altra occasione abbiamo visto come i suoi effetti collaterali indesiderati (ancorché minimi, come l’interferenza con l’assunzione di alcuni farmaci dei quali è sufficiente cambiare il dosaggio) vengano regolarmente enfatizzati laddove effetti collaterali ben più importanti (come il rischio aumentato di sviluppare un’allergia) non vengono nemmeno sfiorati nei foglietti illustrativi di farmaci di sintesi assai più venduti.
A proposito di questa “discriminazione” e delle molte domande che abbiamo ricevuto in merito, ci preme far chiarezza sul rapporto tra iperico e sole.
Il farmacista che prepara e vende questo rimedio, deve segnalare per legge la possibilità che l’iperico determini fenomeni di ipersensibilità al sole. Tali fenomeni di sensibilizzazione, tuttavia, sono stati descritti solo molti anni fa, quando il farmaco veniva prescritto a dosaggi molto elevati (da 4 a 6 grammi al giorno) ai malati di AIDS.
A dosaggi usuali (600-900 mg al giorno), cioè in una dose 10 volte inferiore, la possibilità che si verifichino questi fenomeni è estremamente rara.
La mala fede dei detrattori di questo rimedio non può essere ignorata di fronte ad alcuni studi che evidenziano la mancanza di differenze significative in termini di fototossicità anche per dosaggi più elevati di ipericina.
Schempp CM et al. (Phytother Res. 2003 Feb 17(2):141-6), per esempio, hanno utilizzato dosaggi di ipericina compresi tra 5,4 e 10,8 mg. Anche nel trattamento prolungato cominciavano con la somministrazione di 5,4 mg di ipericina, scendendo poi a 2,7 mg al giorno, e non hanno osservato alcun effetto di fototossicità.
Un altro lavoro (Wilhelm KP et al, Phytomedicine 2001 Jul;8(4):306-9) ha descritto inoltre come la quercetina, uno dei flavonoidi presenti nell’estratto di iperico, protegge dalla azione fototossica dell’ipericina, mostrando ancora una volta che la pianta intera ha spesso modo di agire attraverso sinergie positive delle quali il farmaco chimico (che contiene solo il principio attivo) non dispone.
Nel caso si verificassero comunque fenomeni di sensibilizzazione individuale, di norma è sufficiente sospendere l’assunzione del prodotto (o dimezzarne il dosaggio, restringendo l’assunzione alla sera) perché la situazione torni a normalizzarsi.