Peso elevato e depressione: grasso e contento è sempre stata una frottola
Le adipochine sono sostanze prodotte dal tessuto adiposo e coinvolte nella attivazione del metabolismo e nella neurochimica dello stato dell’umore.
Oggi sono riconosciute come uno dei fattori più noti della regolazione del tono dell’umore.
La leptina profondamente correlata con la azione della insulina, è una di queste, e ormai si sta acquisendo sul piano scientifico il suo ruolo come quello di un potente antidepressivo naturale.
Solo che per attivarlo non bisogna andare in farmacia: è sufficiente mangiare, fare una ricca prima colazione e attivare il metabolismo. In questo modo, capendo che esiste nell’ambiente una riserva energetica, l’organismo si predispone al consumo di energia e alla attivazione di una vera forza creativa.
La presenza della leptina inoltre, non solo regola a cascata tutto il metabolismo degli ormoni tiroidei e degli ormoni sessuali in genere, ma anche il dispendio dell’energia, che porta come effetto al dimagrimento.
Il vero opposto dei farmaci antidepressivi, che fanno appunto ingrassare nella maggior parte dei casi, interagendo malamente con i meccanismi del desiderio alimentare e aumentando la resistenza insulinica. La leptina quindi aiuta il dimagrimento.
Il farmacologo texano Lu Xy ha pubblicato la scorsa settimana un articolo molto importante sulla funzione leptinica (Xy L., Curr Opini Pharmacol 2007 Nov 19 [Epub ahead of print]), arrivando a formulare l’ipotesi leptinica della depressione.
In un modo o nell’altro il legame tra obesità e depressione è stato formulato, in linea con quanto ormai da tempo viene segnalato su Eurosalus.
Probabilmente quello che per anni è stato gabellato dalla coscienza popolare (“grassi dal cuor contento”) come una verità, è una frottola sostanziale, che serve forse a coprire i meccanismi di abuso alimentare che derivano da uno stato alterato dell’umore e manifestamente correlabili, nella pratica clinica quotidiana, ad una condizione di tipo depressivo.