Quando è l’obesità che altera la funzione tiroidea e non viceversa
È molto frequente incontrare persone in sovrappeso od obese che stanno prendendo dosaggi vari di Levotiroxina (Eutirox o Tirosint) a causa di un sospetto ipotiroidismo. Anzi in queste persone l’aumento del TSH (e il supposto ipotiroidismo subclinico o reale correlato) è stato spesso indicato come la causa della stessa obesità.
In pratica si dice alla persona obesa che è obesa perché è ipotiroidea e si prescrive Levotiroxina per “riequilibrare” il metabolismo. In molti casi questo non ha alcun effetto dimagrante e infatti la maggioranza delle persone obese resta obesa nonostante l’Eutirox (o altro) che assume.
Abbiamo pubblicato almeno due articoli sul fatto che il TSH lievemente elevato possa non avere un significato patologico e che soprattutto nell’anziano si possa innalzare il TSH senza che per forza questo significhi una ipofunzione della tiroide. Talvolta infatti, il TSH elevato è del tutto normale.
Oggi sappiamo che anche l’aumento della massa grassa e la resistenza insulinica presente nelle persone obese determinano una alterazione del TSH che non significa necessariamente ipotiroidismo.
Una ricerca appena pubblicata su Endocrine ha potuto valutare con attenzione quale fosse il reale significato di valori elevati di TSH in soggetti gravemente obesi confrontati con soggetti normopeso.
Di solito, se il TSH elevato significa “ipotiroidismo” c’è nell’organismo uno specifico innalzamento del colesterolo mentre se la funzione tiroidea è conservata questo non avviene.
I ricercatori italiani, dell’Università di Pavia, hanno visto che nei soggetti fortemente obesi i valori di colesterolo non erano per nulla alterati, mentre risultavano innalzati in modo significativo nei soggetti del gruppo di controllo. In questi ultimi quindi il TSH elevato rappresentava davvero un segno di ipotiroidismo mentre nei primi dipendeva evidentemente da una interferenza del tessuto adiposo (Rotondi M et al, Endocrine. 2014 Feb;45(1):92-7. doi: 10.1007/s12020-013-9928-8. Epub 2013 Mar 23).
Il modo in cui l’obesità interferisce con la regolazione tiroidea non è ancora del tutto chiarito, anche se la resistenza insulinica e il possibile ruolo di specifiche citochine infiammatorie (BAFF ad esempio) sono sospettati di esserne i maggiori responsabili.
In pratica quindi in una condizione di obesità, la scelta di impostare una terapia sostitutiva tiroidea non può fare riferimento al solo valore di TSH, ma deve tenere in considerazione anche il valore di colesterolo e i valori complessivi di risposta individuale.
Si tratta del contrario di ciò che la gente pensa di solito: che cioè l’ipotiroidismo faccia ingrassare. In molti casi può essere vero piuttosto il contrario, che l’essere obesi e avere sviluppato resistenza insulinica, interferisca sulla regolazione ormonale, semplicemente aumentando il TSH (che rappresenta allora un segnale) e senza ledere la funzione tiroidea.
Per controllare questi aspetti possiamo agire su altri segnali di regolazione, cambiando l’alimentazione, controllando l’infiammazione da cibo, o assumendo alcuni specifici supplements come Inositox (2 avolette a giorno) e Amino Tirosina 500 (1 capsula al dì), con i quali possiamo modificare i segnali di pericolo ed evitare trattamenti farmacologici inutili.
In SMA da molti anni seguiamo persone con disturbi legati al sovrappeso o che arrivano al nostro centro con diagnosi di squilibri tiroidei, attraverso specifici percorsi terapeutici, accompagnandoli verso il recupero di una condizione fisiologica di benessere.