Quel “senza zuccheri aggiunti” che nasconde i dolcificanti
Gli scaffali dei supermercati sono ormai colmi di prodotti con la dicitura “senza zuccheri aggiunti”. Questa scritta spopola ormai sulla confezione di molti prodotti in vendita, come biscotti, yogurt, budini, succhi di frutta, torte e bevande varie.
L’espressione “senza zuccheri aggiunti” è una dicitura a norma di legge che significa che nel prodotto non sono presenti zuccheri quali zucchero tradizionale, glucosio, fruttosio e destrosio.
Ma allora perché i prodotti in questione sono dolci? Perché la categoria “senza zuccheri aggiunti” implica che vengano impiegati altri prodotti, tra questi i dolcificanti.
I dolcificanti, o edulcoranti, fanno parte della categoria additivi e sono approvati dall’Unione Europea. Vengono aggiunti agli alimenti o venduti singolarmente per sostituirsi allo zucchero e hanno la caratteristica di avere una scarsa o addirittura assente azione di tipo nutritivo.
I dolcificanti sono sostanze con potere calorico molto basso o addirittura nullo. Comprendono tantissime sostanze differenti accomunate dal fatto di avere un potere dolcificante molto maggiore dello zucchero. Lo scopo del dolcificante è infatti utilizzarne una minima quantità con lo stesso effetto zuccherino del saccarosio.
Un prodotto senza zuccheri aggiunti viene quindi visto dal consumatore come prodotto più salutare rispetto ad altri della stessa categoria, proprio perché non contiene zuccheri. In realtà degli “zuccheri” ci sono; ma sono da preferire rispetto al comune zucchero?
Non proprio. L’impatto del consumo dei dolcificanti (o edulcoranti) sulla salute dell’uomo continua a essere un argomento fortemente discusso. L’assunzione dei dolcificanti, sia naturali che artificiali, ha subito infatti un esponenziale aumento negli ultimi decenni sia nel mondo occidentale che nei paesi in via di sviluppo ed è stato quindi necessario comprendere a livello scientifico la loro sicurezza e la loro salubrità.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’apporto di zuccheri aggiunti non dovrebbe superare il 10% delle calorie giornaliere. Ciò non significa tuttavia sostituire lo zucchero con prodotti analoghi come i dolcificanti per continuare a consumare i prodotti dolci.
Per questo motivo l’OMS ha iniziato a stilare una bozza riguardo l’utilizzo dei dolcificanti e la loro salubrità e ha già ampiamente dimostrato che l’utilizzo del dolcificante non rende migliore l’alimento dal punto di vista nutrizionale.
Per quale motivo?
Analizzando le etichette si può osservare che un prodotto contenente un dolcificante avrà una quota calorica e una quota di carboidrati nettamente ridotta rispetto al prodotto con zucchero.
Sarebbe una strategia ottimale quindi consumare un prodotto che non apporta troppe calorie o una quota di carboidrati elevata, se non fosse che l’effetto metabolico del dolcificante è simile o a volte peggiore dello zucchero comune.
Infatti, negli ultimi anni, il mondo scientifico ha rivolto parte della sua attenzione ad analizzare gli effetti dell’utilizzo dei dolcificanti a lungo termine.
Ed è quindi stato osservato che:
- L’utilizzo di dolcificanti comporta importanti modifiche dell’appetito e dell’assunzione di cibo, che si traduce in una riduzione del senso di sazietà e conseguente richiesta di ulteriore cibo. I dolcificanti infatti stimolano la voglia di dolce, in quanto il cervello non ha una gratificazione completa e richiede altro zucchero.
- L’uso di alcuni dolcificanti come il sucralosio peggiora la risposta glucidica; infatti, aumenta l’insulina allo stesso modo dello zucchero seppur abbia un contenuto calorico nullo. Inoltre, il sucralosio sembra potenziare la patogenesi della steatosi epatica e sembra anche aumentare la formazione di radicali liberi inducendo uno stress ossidativo nelle cellule.
- Il sucralosio, inoltre, come del resto gli altri dolcificanti artificiali, sembra contribuire all’insorgenza di diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, oltre che aumentare il rischio cardiovascolare e la mortalità totale.
- Sono state documentate importanti modifiche nel microbiota intestinale a seguito dell’assunzione di dolcificanti artificiali, con riduzione dell’espressione dei lattobacilli e aumento delle specie che incrementano la disbiosi intestinale (come Clostridium ed Enterobacteroides).
- L’utilizzo di dolcificanti in sostituzione allo zucchero sembra non ridurre il rischio di carie e quindi peggiorare ugualmente la salute del cavo orale in caso di utilizzo quotidiano.
- L’aspartame sembra compromettere l’effetto antiaterogeno delle lipoproteine ad alta densità (HDL) e quindi contribuire a un rischio cardiovascolare.
Sebbene quindi negli ultimi anni l’utilizzo di dolcificanti artificiali e naturali è stato fortemente incoraggiato come strategia di riduzione dell’introito calorico, questa visione è stata recentemente messa in discussione da numerose evidenze scientifiche che dimostrano come questi composti siano in grado di influenzare alcune funzioni fondamentali, quali il senso di fame-sazietà, l’assorbimento intestinale di glucosio e l’aumentato rischio metabolico (diabete, obesità e patologie cardiovascolari).
Trovare nel “senza zucchero” la strategia per dimagrire o per mangiare meglio abbiamo visto che non è la soluzione migliore.
Nel centro SMA in cui lavoro, insegno ai miei pazienti che è necessario ridurre la quotidianità del gusto dolce per migliorare la propria composizione corporea, lo stato infiammatorio e la propria salute. Abituarsi a ridurre gradualmente le dosi di zucchero è fondamentale. Sarà sorprendente osservare come il palato si abitui a gusti meno dolci in breve tempo, è solo questione di consuetudine.
Il dolce, se consumato occasionalmente, non costituisce un problema, sia che sia composto da zucchero che da dolcificante. Tuttavia, pensare che il dolcificante faccia meno male dello zucchero e utilizzarlo sovente ogni qualvolta beviamo il caffè o prepariamo biscotti o torte, non apporta alcun beneficio.
Personalizzare le proprie scelte alimentari e migliorare il rapporto con gli zuccheri è possibile. L’esecuzione di un Glyco test potrebbe essere già una delle strategie possibili per indagare in maniera diretta il danno da zucchero e mettere in atto delle indicazioni nutrizionali specifiche e personalizzate.
Godetevi quindi un buon dolce in compagnia senza troppe limitazioni, facendo attenzione invece alla quotidianità.