Un rapporto equilibrato col corpo, per una gravidanza e un parto sicuri e naturali
Intervista con Rossana Schejola, ostetrica della Lunanuova di Milano, su come è cambiato il rapporto delle donne con il corpo, la sessualità, la gravidanza.
La Lunanuova è uno studio ostetrico associato che da oltre 20 anni promuove e assiste il parto domiciliare, e offre corsi di preparazione al parto e assistenza specializzata nel puerperio.
Rispetto al passato, ci sono differenze nel modo in cui le donne vivono il corpo e la sessualità?
Rispetto a quando ho cominciato il mio percorso di ostetrica, le donne di oggi vivono il corpo come qualcosa di molto più estraneo, di lontano. Nella mia generazione, che certo era molto all’avanguardia grazie al fermento femminista, per le donne era un vanto e un orgoglio conoscere nei dettagli il proprio corpo, compresi i propri genitali: ne studiavamo l’aspetto e le misure, prestavamo attenzione alle loro reazioni e a come si modificavano nelle diverse fasi del ciclo mestruale, o in gravidanza.
Oggi, nelle donne che frequentano i nostri corsi, quindi persone che cercano comunque un approccio attento e naturale alla nascita, riscontro invece una sorta di distacco dalla corporeità, come un pudore che le tiene lontane dal proprio corpo e dalle sue reazioni fisiologiche.
Ma vedo anche tante donne che rifiutano di usare gli assorbenti interni per paura di toccarsi, e non è un caso che il diaframma (uno dei metodi contraccettivi più popolari qualche decina d’anni fa) sia caduto completamente in disuso.
Cosa può aver cambiato così radicalmente l’approccio verso se stesse?
Oggi, almeno a Milano, il primo figlio arriva generalmente molto tardi rispetto al passato. E spesso la prima gravidanza è anche l’unica nella vita di una donna. Credo che questa peculiarità della fase odierna porti le donne a essere estremamente protettive nei confronti del figlio che portano in grembo. E’ diventato dominante l’elemento ‘materno’ della nascita rispetto all’elemento “femminile”, che sono entrambi vissuti importanti che ruotano intorno all’evento.
Che risvolti pratici ha questo atteggiamento?
Quando le donne si muovono come se avessero pance di cristallo, un corpo di cristallo, una vagina di cristallo, un bambino di cristallo… be’, in primo luogo pensano che tutto è fragile e vivono la sessualità come pericolosa rispetto alla maternità.
Vedo ogni giorno trentacinquenni colte, professioniste, che non danno spazio alla sessualità, ma che evitano anche di esplorarsi, come se bastasse un niente per alterare l’equilibrio di questa fase. Hanno perso la voglia e la curiosità di conoscersi anche attraverso le mani o le sensazioni fisiche.
Ma non è rischioso continuare ad avere una vita sessuale in gravidanza?
No, salvo in situazioni di rischio reale, non crea problemi né al bambino né alla madre, anzi. Anche nell’ultimo periodo la penetrazione è generalmente ben tollerata, e in ogni caso non è l’unica forma di rapporto possibile.
Un po’ di creatività in questo periodo può dare molte soddisfazioni. Mi viene da pensare alle nostre nonne, che magari avevano difficoltà a sottrarsi al rapporto sessuale, ma che certamente non lo vivevano con tutta questa paura, non erano quasi sfiorate dal dubbio che potesse fare danni. Avevano un rapporto più naturale con tutto il processo della gravidanza e del parto e non lo ritenevano “intoccabile” come invece avviene oggi.
Ma in definitiva, se una donna si astiene in gravidanza, può sempre riprendere dopo…
In teoria sì, ma il parto è anche un fatto sessuale. Interrompere la sessualità in questo periodo produce uno squilibrio: l’astinenza dovrebbe essere sempre motivata da condizioni reali di rischio.
Come sostiene la studiosa Sheila Kitzinger, il parto è un gesto intimo, strettamente legato alla sfera genitale. Ed è un evento che richiede di aprirsi a qualcosa, proprio come il rapporto sessuale. Continuare ad aprirsi in gravidanza, invece, aiuta ad aprirsi meglio nel parto. E non parlo solo di sesso: aprirsi alla vita richiede anche un atteggiamento di apertura verso gli altri, la possibilità di sperimentare relazioni intime.
Per questo è importante frequentare gruppi di preparazione al parto, e usarli anche per condividere ansie, paure, aspettative. Per confrontarsi con altre donne su come si cambia, per decondizionarsi.
In che modo continuare ad avere una vita sessuale attiva influenza il processo in corso?
Quando è uno degli aspetti dell’amore, il rapporto fisico crea una dimensione energetica positiva che arriva anche al bambino, oltre a mantenere viva ed eccitante la relazione di coppia che in questo periodo va incontro a grossi cambiamenti.
A livello fisico, durante il rapporto sessuale vengono prodotte molte endorfine (gli ormoni del piacere), che attraverso la placenta arrivano al feto. Inoltre, il sesso induce quella sensazione di abbandono che va sperimentata e risperimentata per poi potersi lasciar andare durante il travaglio.
Infine, la vita sessuale aiuta a mantenere elastici, lubrificati e ossigenati il perineo e i muscoli pelvici, così importanti per il processo del parto ma un fattore cruciale anche in menopausa.
Come mai i medici spesso sconsigliano i rapporti in gravidanza?
Tanti medici, per una forma di cautela, suggeriscono alle donne un’astinenza dai rapporti nei primi 3 mesi, in attesa di verificare che tutto vada bene. Poi si dimenticano di avvertire che non occorre sospenderli per tutto il periodo.
E’ molto opportuno allora che le donne chiedano direttamente al medico se è ancora valido il consiglio. Ci sono già molti tabù, oggi, sulla sessualità in gravidanza, in parte sostenuti anche dalla diffusione di certe conoscenze tecniche.
Per esempio?
Per esempio oggi le donne sanno che la stimolazione del capezzolo fa produrre ossitocina, ma da qui a indurre un’ipercontrattilità dell’utero o una minaccia d’aborto il passo è lungo! Magari viene una contrazione, ma non è affatto detto che sia nociva. Lo stesso può avvenire toccandosi la pancia, ma teniamo conto che l’utero è un muscolo, e tende per natura a contrarsi.
Anche le prostaglandine contenute nello sperma possono indurre la contrazione. Ma tutte queste informazioni, spesso divulgate dai medici a titolo cautelativo, finiscono per inibire impulsi perfettamente naturali, come quello di toccarsi la pancia, e per penalizzare la sessualità in una generazione di donne che sono già fin troppo caute.
Ma se una donna non sente più l’impulso sessuale?
Può essere interessante andare a scoprire come mai, cos’è successo. Molte donne, oggi, proprio non si piacciono con la pancia. Non accettano la trasformazione. La cosa più negativa che può accadere in questo periodo, è cercare di mantenere il controllo: in questo modo la donna non lascia accadere niente, anzi, ogni cambiamento crea sconcerto.
Voler continuamente esercitare un controllo può però rendere difficile il passaggio del travaglio e del parto. Di fronte ai modelli fisici della nostra cultura, poi, le donne rifiutano invece di apprezzare la morbidezza, la tonicità, il seno più grande che caratterizzano questa fase e quella dell’allattamento. Ma se non ti piaci, anche l’uomo con cui stai non può apprezzarti.
Che consiglio ti senti di dare a una donna che aspetta un bambino?
Sperimenta di più! Il cambiamento è l’essenza della gravidanza. Approfittane per osservare come cambiano i tuoi bisogni: il tipo di contatto che ti dà piacere, sollievo, conforto, il bisogno di stare un po’ da sola, oppure di appoggiarti a qualcun altro.